Carcere, il nuovo libro di Samuele Ciambriello

Il cardinale Sepe: "Più attenzione per i carcerati lasciati soli nelle celle"

carcere il nuovo libro di samuele ciambriello

Entrare in carcere per andare oltre le mura dell'indifferenza...

“Sono contento di essere presente qui stasera e ringrazio l’autore Samuele Ciambriello non per aver scritto un libro ma molto più perché, con le sue parole, da voce e dignità a persone che vivono una estrema condizione di sofferenza. Chi di noi non sbaglia. Allora mi chiedo: chi è il carcerato?

Noi immaginiamo la cella con la sbarra di ferro e lui lì a scontare la sua pena. Solo, tra il freddo delle sbarre. Il carcerato è immaginato come la persona esclusa, come un lebbroso e quindi noi dobbiamo arrivare, grazie a questo libro, a sensibilizzare l’opinione comune. Non è un escluso ma è colui che deve essere rincluso nella società civile, una società che ha lasciato per scontare la sua pena”, con queste parole ha concluso il suo intervento l’Arcivescovo di Napoli, Cardinale Crescenzio Sepe, in occasione della presentazione del nuovo libro “Carcere. Idee, proposte e riflessioni” di Samuele Ciambriello, Garante regionale dei detenuti.

Il libro, Rogiosi editore, racconta l’esperienza quarantennale di Ciambriello profondamente inserito nel mondo – carcere. Un testamento laico ed un monito a fare di più in un momento storico in cui, molto spesso, si muore di carcere in carcere. Il libro vede la collaborazione di Anna Buonaiuto (detenute madri con bambini dietro le sbarre), Dea Demian Pisano (i sex-offenders), Anna Malinconico (liberare i minori, educare gli adulti) e Celestina Frosolone (il paradosso del carcere).

La prefazione del libro è curata da Don Raffaele Grimaldi, Ispettore generale dei Cappellani delle Carceri.

“Entrare nelle mura del carcere per oltrepassare le mura dell’indifferenza. Mi sono interessato al carcere dagli anni ‘80, la fede laica mi ha aperto la strada. Secondo l’articolo 27 della Costituzione italiana in carcere le pene servono a rieducare, così ho raccolto le storie di molti carcerati per poterle raccontare. Non esistono i carcerati ma esiste la storia di un uomo o una donna che per un certo motivo si trova privato della sua libertà personale e questo libro è l’espressione della mia vita da garante, di ciò che vivo e che tocco con mano ogni giorno” così Samuele Ciambriello, Garante campano dei detenuti. 

Nel libro di Ciambriello il ricordo va agli anni ottanta, alla stagione delle grandi riforme: da quella penitenziaria alla legge Gozzini, alla istituzione delle comunità di accoglienza per i minori.

“E poi ricordo le esperienze realizzate insieme ad altri per l’”Area Omogenea” per detenuti politici nel carcere di Bellizzi Irpino, La cooperativa l’Agorà, insieme a Mons. Antonio Riboldi, il mensile L''Agorà, la Mansarda di Bucciano e la Comunità il Ponte di Nisida, una serigrafia per tossicodipendenti ed ex detenuti, i lavori socialmente utili per la realizzazione di una mensa destinata ai senza fissa dimora, ai Ponti Rossi a Napoli”, conclude Ciambriello. Insieme a lui, presso il Museo Diocesano di Napoli, gli interventi di Adriana Pangia, Presidente del Tribunale di Napoli; Valentina Ziccardi, Presidente Associazione “Carcere Possibile”, Nicola Graziano, Magistrato; Don Franco Esposito, Cappellano Carcere di Poggioreale.