Il carrellino cede: bara a terra come per inginocchiarsi a Dio

Il feretro di don Luigino resta sul pavimento nudo sotto l’altare nella sua semplicità di sempre

il carrellino cede bara a terra come per inginocchiarsi a dio

E' il giorno dell'addio a don Luigi Garosio

Ariano Irpino.  

E' arrivato poco dopo le dieci nella Basilica Cattedrale di Ariano Irpino il feretro di don Luigi Garosio dalla camera ardente allestita nel Santuario di Valleluogo. Ad attenderlo membri della comunità dei silenziosi operai della croce giunti da varie parti d'Italia e il clero sacerdotale della diocesi di Ariano Irpino-Lacedonia a partire dal vicario generale monsignor Antonio Blundo. Assente il vescovo Sergio Melillo impegnato in conferenza episcopale a Roma che ha fatto pervenire un suo messaggio, letto ad inizio della celebrazione.

All'arrivo in cattedrale la bara dopo aver piegato il carrellino è caduta a terra inspiegabilmente, non era mai accaduto in chiesa, quasi come se don Luigino avesse voluto in quel momento inginocchiarsi dinanzi a Dio nel giorno dell'addio. E' poi rimasta sul pavimento nudo, sotto l'altare a simboleggiare la sua semplicità di sacerdote e uomo.

Dolore, compostezza e silenzio come è nello stile della grande famiglia che si ispira alla straordinaria opera del beato Luigi Novarese. Nelle mani del Padre il nostro spirito e la nostra vita. Sono state le parole che hanno accompagnato don Luigi Garosio nel suo ultimo viaggio, prima di partire come suo desiderio alla volta di Re in Piemonte dove verrà sepolto.