L'aula della Camera ha ricordato Ciriaco De Mita: ecco come

Un minuto di silenzio per l’ex presidente del Consiglio e segretario della Dc morto il 26 maggio

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Cosimo Sibilia (Coraggio Italia): da sempre fedele alla sua storia

Avellino.  

L'aula della Camera ha commemorato con un minuto di silenzio Ciriaco De Mita, l’ex presidente del Consiglio e segretario della Dc morto il 26 maggio scorso ad Avellino.

Il ricordo di Cosimo Sibilia

"È stato non solo un politico, ma un indiscutibile intellettuale, rimasto sempre fedele alla sua storia, fautore del potere inteso come servizio alla collettività, interprete vero dei valori del cattolicesimo democratico, degli insegnamenti di Don Luigi Sturzo e di Aldo Moro e, a sua volta, maestro di politica per intere generazioni".

Lo afferma il deputato irpino di Coraggio Italia Cosimo Sibilia nel corso della commemorazione tributata dall'aula della Camera dei deputati a Ciriaco De Mita. "Come politico -spiega Sibilia- ho avuto un rapporto di libero ed intenso confronto con De Mita, ma sempre profondamente formativo, una persona con la quale ho condiviso un'alleanza di centrodestra per le elezioni provinciali di Avellino del 2009, successivamente esportata anche alle elezioni regionali della Campania del 2010. Con De Mita poi ho avuto l'onore di condividere anche momenti privati legati alle nostre grandi passioni: la squadra dell'Avellino calcio ed il tressette". Sibilia conclude sottolineando come ''De Mita, nonostante i prestigiosi incarichi nazionali, ha sempre dedicato moltissimo tempo alla sua terra, Avellino e la sua provincia, a cui era visceralmente legato, senza mai dimenticare le istanze del territorio''. 

L'intervento di Gianfranco Rotondi 

Tutti gli uomini della ex Dc che sono ancora operosamente presenti nelle istituzioni, a cominciare dal nostro straordinario presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, vengono dalla scuola di Ciriaco De Mita".

Lo ha detto il vicepresidente del gruppo di Fi alla Camera, Gianfranco Rotondi, nel corso della commemorazione in aula dell'ex segretario Dc, morto a Avellino lo scorso 26 maggio. "Il popolarismo è la sola cultura uscita vincente dal 900 - ha ricordato Rotondi - questa era una sua ossessione. E lo posso dire guardando a destra come a sinistra. De Mita diceva che il popolarismo era una cultura che precedeva la Dc".

"Un giacimento immenso a cui tutti gli uomini di buona volontà potevano attingere - ha detto il vice presidente del gruppo di Fi - De Mita ha dedicato 50 anni di impegno civile al tema delle riforme, oggi ci confrontiamo ancora con questo tema che egli poneva negli anni '60. Aveva l'idea che le istituzioni si riformano nel consenso delle parti che si contrappongono, allora erano la Dc e il Pci; oggi si direbbe destra e sinistra". "Sorrido quando leggo sui giornali che ironizzano sul dialogo tra Enrico Letta e Giorgia Meloni. Non c'è niente di più demitiano di questo sforzo di legittimare le istituzioni con uno sforzo per le riforme condivise che non si riducano solo alla riscrittura volante della legge elettorale a ogni legislatura", ha concluso. 

Il dibattito in aula 

De Mita, per il segretario dem Enrico Letta, "ha inciso profondamente nell'evoluzione del quadro politico italiano con scelte coraggiose assumendosi sempre la responsabilita' fino in fondo" che e' caratteristica solo "dei grandi leader". E come i grandi leader, ha riconosciuto Maria Soave Alemanno del M5s, "ci ha lasciati facendo politica fino all'ultimo giorno di vita".

"E' stato un gigante della politica italiana, non solo per i ruoli istituzionali ma anche per quelli di partito", secondo Gianluca Cantalamessa della Lega. Un "protagonista appassionato" della politica dall'Irpinia ai vertici di partito e fino a Palazzo Chigi, ha stigmatizzato il capogruppo di Fdi Francesco Lollobrigida marcando la differenza di visione politica - "la storia di De Mita non e' sovrapponibile a quella della destra italiana" - ma esaltandone la "capacita' di dialogo" "in un paese dove l'avversario diventa troppo spesso nemico". Per il presidente di Italia Viva, Ettore Rosato, De Mita ha avuto il pregio di saper "intrecciare futuro e memoria. Ci sapeva fare bene con le parole - ha ricordato - perche' ci sapeva fare bene con le persone".

 Il "miglior tributo" che si puo' dedicare a De Mita, ha detto Federico Conte di Leu, e' "nella sua completa immedesimazione della vita nella politica" testimoniata - tra l'altro - con quel "rapporto ossessivo con la sua Nusco fino all'ultimo" istante di vita.

Vittorio Sgarbi ne ha invece esaltato "la sua intelligenza", la "sua dimensione ironica". E la sua capacita' a non uscire mai "dalla Prima Repubblica, l'unica che conosco e riconosco", ha detto.

E' invece legata ai ricordi della "grande famiglia democristiana dispersa ma ancora famiglia" la commemorazione di Dario Franceschini che ha concluso l'omaggio dell'Aula a un "grande leader" che "e' stato tante cose insieme: un uomo di partito e un uomo di Stato, un formatore di intere generazioni, un uomo colto e curioso". Che "ha tracciato la strada delle riforme, ha guidato al Dc aprendola all'esterno e ai giovani" e che trasformava le sue parole, ogni suo discorso in "una lezione: ha seminato tanto nella sua vita e dalla sua lezione - ha concluso il ministro con un passato nei giovani Dc - continueranno a crescere tante spighe di grano nuovo".