Uno studio suggerisce nuove prospettive per la prevenzione ed il trattamento di uno dei tumori maligni più aggressivi: il cancro del pancreas. Le persone affette dal diabete di tipo 2 potrebbero essere più a rischio di sviluppare la malattia. Infatti i diabetici di tipo 2 presentano un rischio aumentato di malattie pancreatiche. Al momento della diagnosi di cancro del pancreas, un diabete è presente nel 50% dei pazienti. Uno studio recente, pubblicato nella rivista scientifica “Diabetes”, è stato condotto per esplorare una connessione complessa tra il diabete di tipo 2 ed il cancro del pancreas. I ricercatori si sono concentrati sulle modificazioni epigenetiche, cioè la maniera con la quale alcuni geni possono essere attivati o disattivati senza che venga cambiato il nostro DNA. Per questo essi hanno preso in considerazione nei diabetici di tipo 2 un gene particolare, PNLIPRP1. Questo gene è spesso “spento” in questi pazienti, il che influenza il metabolismo dei lipidi, con l’aumento del tasso del colesterolo LDL. Si tratta del primo studio epigenetico dell’impatto del diabete di tipo 2 sull’insieme del pancreas. Allo scopo gli scienziati hanno analizzato dei campioni di pancreas prelevati da 141 donatori.
Essi hanno scoperto che il diabete determina una modificazione epigenetica del gene PNLIPRP1, il che riduce la sua attività. Questa riduzione è legata a dei problemi di regolazione del colesterolo, con conseguente rischio aumentato di malattie del pancreas, tipo pancreatite e forme precoci di cancro. Grazie a questa analisi del ruolo dell’epigenetica, i ricercatori hanno scoperto che l’impiego delle statine, farmaci utilizzati per ridurre il tasso del colesterolo nel sangue, potrebbe bloccare questo processo a livello cellulare e proteggere così i pazienti contro il cancro.
Il cancro del pancreas è una malattia delle cellule dell’organo, che si sviluppa a partire da una cellula inizialmente normale che si trasforma e si moltiplica in modo anarchico fino a formare una massa. La malattia è difficile da diagnosticare per mancanza di segni precoci, il che conduce ad una diagnosi tardiva.
I sintomi possono includere un affaticamento, una perdita di peso, dolori addominali e del dorso, e poi l’ittero. Tra i principali fattori di rischio identificati si trova l’abitudine al fumo di sigaretta, l’obesità, ed il diabete. Le persone che soffrono di pancreatite cronica sono a rischio. Anche se la predisposizione genetica rappresenta solo il 5% dei casi, essa va presa in considerazione. Si raccomanda uno stile di vita sana, con un’alimentazione di tipo mediterraneo, ricca in frutta, verdure, pesce e olio vegetale, limitando gli alimenti ultra-trasformati e zuccherati. Si consiglia anche un’attività fisica di tipo aerobico per 30 minuti al giorno evitando tabacco e alcol.
L'autore è Medico-Endocrinologo
