Otto cittadini dell’Irpinia che non si arrendono al silenzio: soli e blindati

Fallito l'obiettivo di portare la crisi idrica alla ribalta nazionale durante il Giro d'Italia

otto cittadini dell irpinia che non si arrendono al silenzio soli e blindati

Comitato Uniamoci per l'acqua: "Il nostro grido è rimasto nel piazzale. Cronaca di una voce che non arriva"

Avellino.  

"Ieri 15 maggio 2025, siamo stati lì. All’ex Gargone di Nusco, lungo il percorso del Giro d’Italia. Sotto la pioggia che sembrava volerci scoraggiare, ci siamo ritrovati in otto. Otto persone, con striscioni, manifesti, dignità e determinazione. Otto cittadini dell’Irpinia che non si arrendono al silenzio".

E' il racconto degli irriducibile del comitato Uniamoci per l'acqua. Gli unici veri combattenti che non si limitano a lamentarsi solo sui social.

"Avevamo un obiettivo chiaro: portare la crisi idrica dell'Irpinia alla ribalta nazionale. , farla emergere nel flusso del grande racconto televisivo del Giro. Bastava una frase, un accenno da parte del cronista: "In Irpinia, terra ricca di sorgenti, dove l'acqua disseta Napoli e la Puglia, oggi si protesta perchè qui l'acqua viene razionata".

Era tutto lì. Bastava una frase, una manciata di secondi, e il nostro grido avrebbe viaggiato sulle onde della diretta nazionale.

Ma non ce l'abbiamo fatta. Eravamo troppo pochi per pensare anche solo di inscenare un blocco simbolico.

E quella possibilità - la sola idea di fermare il Giro - era l’unica leva contrattuale che avevamo per ottenere attenzione. In cambio della nostra desistenza, si sarebbe potuto pretendere almeno un annuncio, almeno un passaggio di voce.

Senza quel potere, siamo rimasti lì, sotto la pioggia e circondati dalla polizia, dalla Digos, dalla celere, dai carabinieri e c'erano persino i vigili del fuoco, come se otto persone con qualche striscione potessero essere un problema di ordine pubblico.

E invece no, il problema è il silenzio. Un silenzio che avvolge tutto: i sindaci, che pure sono soci dell’Alto Calore e primi responsabili del servizio idrico, i parlamentari, muti di fronte a una crisi che riguarda ospedali, scuole, agricoltura, attività economiche e la vita quotidiana di migliaia di famiglie, la politica, i sindacati, le associazioni di categoria, i cittadini stessi, rassegnati o distratti.

Questa terra generosa, che disseta Napoli e la Puglia con le sue sorgenti, oggi vede i propri rubinetti a secco, giorno dopo giorno. Ma pare non faccia notizia. Pare che, senza clamore, non si esista.

E così, il nostro grido ci è rimasto in gola. In quel piazzale del Gargone, tra gli sguardi delle forze dell’ordine e il rumore lontano della carovana del Giro, la nostra voce non ha superato i confini di Nusco. Eppure quella voce è giusta. È reale. È urgente. Non ci siamo riusciti oggi. Ma continueremo. Perché anche se in otto, avevamo ragione. E la ragione non si misura in numeri, ma in verità. E questa è una verità che presto o tardi dovrà essere ascoltata".