Non c'era la folla delle grandi occasioni quando a Salerno, per l'ultimo saluto, Gerardo Bianco tenne l'orazione funebre nela Chiesa del Sacro Cuore. Fiorentino Sullo s'era spento il giorno prima. Tra i banchi in prima fila mancavano figure come quelle di Ciriaco De Mita e Giuseppe Gargani, impegnati in parlamento a Strasburgo, e neanche Nicola Mancino, cooptato ad Assisi per una discussione sulla pena di morte. Insomma, non c'era quella parte della Dc con la quale, da sempre, Sullo aveva polemizzato, a volte duramente, ogni volta cedendo un pezzo di strada, ogni volta lasciando correre. L'allora sindaco di Avellino, Di Nunno, proprio quel giorno, ebbe il malore che poi gli condizionò il resto della vita. Alla Provincia era in carica come presidente Franco Maselli, che non andò. Si presentò in chiesa, al contrario, il presidente provinciale dell'allora Ppi, Salverino De Vito. Una chicca: il governatore Vincenzo De Luca, all'epoca primo cittadino di Salerno, che stamane è annunciato tra i partecipanti al rito religioso presso il Rosario di Avellino, preferì non andare.
Gianfranco Rotondi, unico deputato di riferimento presente a Roma il giorno della scomparsa, chiuse il portone di Piazza del Gesù: «È morto il mio maestro. Di Fiorentino Sullo», disse commosso, «rivaluteremo con il tempo tante sue iniziative». Beh, ha avuto ragione a metà e nessuno mai saprà se la “scelta” di Gianfranco Rotondi di tornare in Irpinia come parlamentere della destra meno illuminata italiana, gli avrebbe meritato un rimbrotto da parte del suo padre putativo politico. Pensate: quando Sullo era Ministro per le Partecipazioni Statali veniva criticato perché ritenuto di Sinistra e infatti quando nacque il governo Tambroni lui ebbe un duro scontro con il Primo Ministro e andò via sbattendo la porta. Altro che "ingenus", così come si firmava quando scriveva sul Corriere dell'Irprinia, all'epoca formidabile strumento di pensiero politico: era un lottatore.
Un'altra chicca: "Il Borghese" in un intemerato commento contro i maggiorenti della Dc, i notabili della sinistra di base, si spinse nel ridicolo dandolo per morto. Una gaffe che lo stesso Sullo, vivo e vegeto, commentò ironicamente "l'approssimazione" con la quale era stato scritto quel resoconto. Una cifra della levatura politica di quegli anni.
Fiorentino Sullo: una vita per il Sud tra sviluppo e polemiche politiche
Fiorentino Sullo è stato una figura centrale e controversa della politica meridionale italiana del secondo dopoguerra. Nato il 29 marzo 1921 a Paternopoli, in provincia di Avellino, Sullo emerge rapidamente come un politico di grande spessore, animato da una forte determinazione nel tentativo di risollevare le condizioni economiche e sociali del Mezzogiorno.
La sua lunga carriera politica si svolge prevalentemente sotto le insegne della Democrazia Cristiana, partito nel quale rivestì ruoli di grande responsabilità. Deputato ininterrottamente dal 1948 al 1987, ricoprì importanti incarichi ministeriali, tra cui quello di Ministro dei Lavori Pubblici e di Ministro della Pubblica Istruzione.
Una delle battaglie più significative condotte da Sullo fu certamente la legge urbanistica del 1962, passata alla storia come "Legge Sullo", finalizzata a regolare in modo rigoroso lo sviluppo edilizio, contrastando speculazioni e abusi. Questa iniziativa legislativa, seppur ambiziosa e innovativa, lo espose a pesanti critiche e resistenze da parte dei gruppi economici legati al settore edilizio, nonché da molti ambienti politici, inclusi diversi esponenti del suo stesso partito.
Sullo si dedicò con grande passione allo sviluppo infrastrutturale e sociale del Mezzogiorno, sostenendo progetti di sviluppo locale, industrializzazione mirata e miglioramento delle reti di trasporto, con la chiara intenzione di ridurre il divario Nord-Sud. Tuttavia, queste sue proposte spesso non trovarono consenso unanime all'interno della Dc campana, dominata in quegli anni dalla figura emergente di Ciriaco De Mita.
Il rapporto tra Sullo e De Mita fu caratterizzato da tensioni continue e polemiche aspre. De Mita, che guidava una corrente politica interna al partito diversa e in parte antagonista rispetto a quella rappresentata da Sullo, ostacolò più volte le sue iniziative. La conflittualità con De Mita si accentuò soprattutto negli anni Settanta, quando le due visioni sullo sviluppo della Campania e dell'intero Mezzogiorno divennero sempre più inconciliabili. Sullo accusava apertamente De Mita e il suo entourage di aver trasformato il partito in un centro di potere clientelare, limitando così lo sviluppo reale e sostenibile della regione.
Tra le iniziative parlamentari più rilevanti di Sullo, oltre alla già citata legge urbanistica, va ricordata anche la sua attenzione per il sistema scolastico e universitario, con importanti riforme volte a garantire un maggiore accesso all'istruzione e alla formazione professionale nel Sud Italia. Ad Avellino è ricordato come l'uomo che deviò l'Autostrada del Sole, beffando i Sanniti e compiendo una torsione (costosissima) del percorso fino a Napoli.
Tuttavia, la sua carriera politica non fu esente da errori. Sullo fu spesso criticato per un carattere talvolta autoritario e poco incline al compromesso, che gli costò molte alleanze politiche importanti. Inoltre, la sua incapacità di trovare una mediazione interna alla Dc campana ne indebolì la possibilità di incidere concretamente su molte questioni locali. Un altro limite riconosciuto fu la sottovalutazione delle dinamiche politiche nazionali: la sua scarsa propensione ai compromessi politici necessari nella vita interna del partito lo portò gradualmente all'isolamento: quel lasciar correre alla fine lo ha lasciato indietro.
Nonostante ciò, Sullo è ricordato come un politico profondamente onesto, animato da un'autentica passione civile e sociale. La sua visione strategica, pur spesso ostacolata da rivalità interne, ha lasciato un segno duraturo nella storia politica e sociale del Mezzogiorno. Fiorentino Sullo si spense a Salerno il 3 luglio 2000, ma la sua figura continua a rappresentare un riferimento imprescindibile nella memoria storica della politica meridionale italiana.
