Avellino, una biblioteca in carcere: sarà ponte di riscatto e legalità

La donazione della famiglia Graziano

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Pascaline, detenuta incaricata della gestione della biblioteca, ha spiegato come la lettura costituisca un elemento essenziale per mantenere la mente attiva in un ambiente carcerario e come rappresenti uno strumento di riscatto personale.

Avellino.  

Oggi, nella Sala Teatro della Casa Circondariale di Avellino, si è tenuto il convegno “Educare alla legalità per non rimanere reclusi nell’ignoranza”. L’iniziativa è stata organizzata dall’Area Trattamentale dell’istituto in occasione della commemorazione del Brigadiere Antimo Graziano, vittima del dovere caduto nel 1982 in un agguato di stampo camorristico.

Donazione di libri, memoria e cultura condivisa

Contestualmente sono state inaugurate due nuove sale biblioteca, arricchite dalla donazione di libri effettuata dalla figlia del brigadiere, Concetta Graziano. Tra i testi donati, molti appartenevano a un magistrato, lo zio di suo marito, trasformando il gesto della famiglia in un atto di memoria e cultura condivisa. L’evento ha visto la partecipazione di Autorità militari, civili e religiose, del Magistrato di Sorveglianza di Avellino, del Professore di Sociologia dell’Università di Salerno Domenico Fruncillo, di Davide Perrotta, Referente Provinciale dell’Associazione Libera, e di rappresentanti dell’avvocatura locale.

La cultura della legalità

Il direttore della Casa Circondariale, Maria Rosaria Casaburo, ha spiegato: “Questa iniziativa testimonia come il dolore sia possibile trasformarlo in  apertura al mondo, di fiducia nel meglio. È quindi un atto di alto valore simbolico, di grande pacificazione, e rappresenta davvero un momento importante”.

Cultura come strumento di riscatto e inclusione

Casaburo ha aggiunto che il gesto della famiglia Graziano è nato durante la recente festa della Polizia penitenziaria, un’occasione in cui il comandante dell’istituto ha mostrato resilienza dopo anni difficili.

“Questo vuole essere un gesto tangibile di come la cultura possa aiutarci a leggere, a comprendere e a vivere altre vite”, ha precisato, “Spero davvero che la lettura di questi volumi possa portare chi li sfoglierà a vivere altre vite, anche all’interno di questa casa circondariale”.

La cultura della memoria

 

Tina Graziano, figlia del brigadiere, ha parlato con emozione: “Io sono la figlia di Rosaria Marano, moglie di Antimo”, “Lei è mia sorella, Rosanna Graziano, l’altra figlia, che all’epoca dell’evento aveva soltanto due anni”.

Ha aggiunto che il libro più adatto a ricordare la figura del padre le è sembrato Se questo è un uomo di Primo Levi, una storia di resilienza che richiama, in modo profondo, la memoria del padre e il coraggio di chi si è sacrificato nel rispetto della legge.

La biblioteca come ponte verso nuove possibilità

Pascaline, detenuta incaricata della gestione della biblioteca, ha spiegato come la lettura costituisca un elemento essenziale per mantenere la mente attiva in un ambiente carcerario e come rappresenti uno strumento di riscatto personale. Ha raccontato di leggere molto, di apprezzare Danielle Steel e di aver contribuito a catalogare e sistemare i libri, rendendoli accessibili ai detenuti e utilizzabili anche nelle celle. Ha sottolineato che la biblioteca consente di vivere altre vite attraverso la lettura e che la cultura può diventare una guida concreta per chi desidera migliorare se stesso. 

L’importanza della lettura e la forza delle storie personali

“Leggere è fondamentale, davvero molto importante”, ha aggiunto, spiegando che l’attività di lettura aiuta a mantenere la mente attiva e a percorrere un cammino di riflessione. Ha raccontato anche di aver scritto un libro autobiografico, Un sogno che non muore, letto da diverse compagne di sezione, che racconta la sua vita e le esperienze vissute all’interno dell’istituto penitenziario.