L'allarme di Airoma: "Lotte tra clan per prendersi il controllo delle carceri"

"Hanno capito da tempo quanto sia importante la gestione e il controllo"

Avellino.  

Intervento del Procuratore della Repubblica di Avellino, Domenico Airoma, nel corso del convegno organizzato dall'Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Avellino sull'Ordinamento Penitenziario (Mezzo secolo di cambiamenti. Nuove prassi, nuovi diritti, nuove sfide) all'Ex Carcere Borbonico: "È stato un ottimo rapporto e continuerà con l'Ufficio Esecuzione Penale Esterna di Avellino. Devo dire che ho trovato nel suo ufficio una grande disponibilità, ma anche la capacità di affrontare questioni nuove con uno spirito prospettico entusiasmante e non è cosa da poco. - ha spiegato Airoma - Credo che sicuramente sarà un lavoro che continuerà con risultati importanti. Lo auguro. Volevo, però, spendere qualche parola che potrebbe sembrare non connesso al tema dell'incontro, ma è legato a tutto l'universo penitenziario, in evoluzione sotto tanti punti di vista. C'è quello della normativa e del cambiamento di filosofia. Condivido pienamente il cercare di abbandonare la prospettiva carcerocentrica è sicuramente fondamentale, anche per chi si occupa di repressione. Attribuire al carcere la dimensione dell'extrema ratio significa valorizzare la pena carceraria, non significa sminuirla. Ha anche il senso di coinvolgere nell'esecuzione esterna tanti altri soggetti, istituzionali e sociali del terzo settore, che devono essere coinvolti. È una prospettiva che sposo totalmente. Può far superare diverse criticità". 

"La criminalità organizzata è sempre avanti"

"Consentitemi, però, di soffermarmi su un aspetto che mi è particolarmente a cuore. Devo constatare ancora una volta come la criminalità organizzata è sempre avanti. Lo dico con dispiacere. È una cosa che mi tormenta da quando ero in Distrettuale Antimafia a Napoli e avevo a che fare con i Casalesi. Sono avanti. - ha aggiunto Airoma - Hanno capito da tempo quanto sia importante la gestione e il controllo delle carceri. Il controllo del circuito carcerario è entrato a pieno titolo nel sistema di controllo di un'area geografica e rientra nella spartizione geografica dei clan. Ci sono lotte e contrasti per accaparrarsi il controllo delle carceri. Questo dimostra ancora una volta come non dobbiamo abbandonare l'idea secondo la quale il carcere sia in qualche modo un mondo separato e isolato rispetto al resto. Non è così, non lo è più neanche da un punto di vista criminale. Dobbiamo entrare in quest'ottica. Significa addestrare e formare, parlandone con il DAP a Roma, a questa consapevolezza".