Valle del Sabato inquinata, i residenti hanno detto basta

Assemblea pubblica a San Barbato. Decisa la strategia. A prescindere dalle istituzioni dormienti.

Sette punti chiave. Riproposta l'indagine epidemiologica e la vigilanza attiva. Manifestazione sotto la prefettura. Fate rete!

Manocalzati.  

 

di Luciano Trapanese

I residenti della Valle del Sabato hanno detto basta. Stop all'inquinamento. E soprattutto, stop all'immobilismo delle istituzioni. «Difendiamoci da soli», questa la scelta. Coraggiosa, determinata. Un vero esempio di cittadinanza attiva. Dentro i problemi e senza aspettare gli ignobili ed eterni tempi morti della politica. Anni di nulla, passati dal disastro Isochimica, dalla Novolegno, dal devastante incendio della Irm, fino al rogo più recente, quella del deposito auto Urciuoli. Sostanze tossiche, aria irrespirabile, acqua ad alto rischio (anche per irrigare), terreni con presenza costante di sostanze pericolose. Un corollario interminabile. Come la lista delle segnalazioni, denunce, sit in, proteste e iniziative messe in campo in questi anni per sollecitare provvedimenti, soluzioni, almeno accertamenti definitivi. Tutti appelli caduti nel vuoto. I residenti hanno ascoltato solo chiacchiere. Parole. Che si sono perse nell'aria inquinata che parte da Pianodardine e infesta i paesi vicini, Avellino compresa.

Fino a ieri. Quando a San Barbato, frazione di Manocalzati, nella suggestiva zona del castello, l'associazione “Medici per l'ambiente” e gli iscritti al gruppo Facebook “Non sei irpino se...”, hanno deciso (foto) di fare da soli. Ad ogni costo e con tutte le armi a loro disposizione.

Una discussione animata. Franca. Che ha sviscerato nel dettaglio le questioni più importanti. Le paure che agitano i residenti. Il sonno prolungato di molte amministrazioni (che ieri non c'erano).

Sarà una presenza attiva quella dei trentamila residenti nell'area. A partire dalla vigilanza: i cittadini sono invitati a segnalare alle forze dell'ordine ogni abuso. Che significa: non girate la faccia, non pensate sia competenza di altri: l'aria, l'acqua, la terra di questa zona è la vostra aria, la vostra acqua, la vostra terra. Nessuno può inquinarla e pensare di restare impunito. Non più.

Il secondo obiettivo è quello di allargare la base della protesta. E' imperativo fare rete, con ogni mezzo. Dal passaparola al web. Senza sosta. In ogni momento possibile (Ottopagine è al vostro fianco).

Sarà organizzata a breve una manifestazione sotto la prefettura. L'intento è preciso: chiedere al prefetto di interrompere il trattamento dell'umido in siti non adatti come quello di Manocalzati. E poi, promuovere da parte dell'Asl una indagine epidemiologica su tutta la Valle del Sabato. Una richiesta antica, sempre inevasa. Promesse, promesse. Ma non è mai stata portata a termine. O comunque, quei dati non sono mai stati resi pubblici. Lasciando i residenti soli, a contare i loro morti per patologie che potrebbero avere legami diretti con l'inquinamento. Ma senza nessun supporto scientifico. O si ha paura dei risultati?

Al prefetto verrà anche chiesto di imporre all'Asl rilievi adeguati a tutti gli impianti e a tutte le emissioni.

I cittadini della Valle, vanno anche oltre. Disposti a procedere anche con rilievi ambientali privati, con il ricorso a professionisti autorevoli e a laboratori accreditati. Il motivo è preciso: mettere con le spalle al muro gli inquinatori, costringerli a pagarne le conseguenze penali e civili.

Per accendere ulteriormente i riflettori sulla questione, e in raccordo con il comitato scientifico per l'Ambiente e la Salute a Sud di Isde Italia, organizzare un convegno per il prossimo ottobre nel castello di San Barbato, chiamando a raccolta medici, istituzioni e imprese.

Ma non è finita. L'assemblea ha anche deciso di inviare alla procura della Repubblica di Avellino (che sulle questioni ambientali ha mostrato grande attenzione), un nuovo e più dettagliato esposto.

Sarà infine costituito un comitato ristretto per assumere, quando è necessario, anche delle decisioni rapide. E – come ha aggiunto Luca Del Gaudio sulla sua pagina Facebook – coinvolgendo i giovani, che anche ieri sera erano tantissimi. E «dovranno fare la differenza e dare il loro apporto di freschezza, novità e fantasia nei modi e nelle forme di una protesta che deve richiamare l'attenzione della stampa locale e nazionale».

Un programma preciso, un piano strategico da portare avanti e con decisione. La Valle del Sabato non può continuare a essere ignorata. E ricordarsi che esiste, insieme ai suoi abitanti, solo tra un disastro ecologico e l'altro. Anzi, a volte neppure i disastri scuotono – seppure solo per qualche giorno – istituzioni assolutamente assenti.