Danno fuoco al barbone per gioco: caccia a 3 ragazzi

Il senzatetto vittima del raid ha visto tutto. Indagini vicine alla svolta, sentiti testimoni

Sentiti i testimoni. Super lavoro degli agenti della Questura di Avellino. Non ci sono immagini, ma ci sarebbero testimonianze sull'accaduto di chi passeggiava in zona. Alcune ragazze hanno dato l'allarme

Avellino.  

 

di Simonetta Ieppariello

Le piaghe che ormai corrono sulle gambe, ustioni che gli hanno divorato la prima parte dell’epidermide. Anche le mani sono segnate dalle fiamme, che lo hanno avvolto in pochi attimi in un venerdì sera in centro di violenza, follia, orrore.

E quelle lacrime sul viso di un uomo. Un senzatetto è stato vittima di un raid incendiario nel Parco Urbano di piazza Kennedy. Si chiama Oleg. E’ vivo per miracolo. Succede ad Avellino, in pieno centro città.

Oleg ieri mattina ha mostrato a sanitari del Moscati e amici del Parco le sue ferite. Ha confermato l’orrore. Ha confermato quanto tutti i cittadini di Avellino temevano: in tre gli hanno lanciato contro una bottiglia di benzina, incendiaria. E si tratterebbe di tre giovanissimi secondo quanto riferito da chi, come lui, vive in zona di stenti. Era cosciente quando gli hanno dato fuoco. Anche sua moglie Maria, senzatetto come lui, racconta di tre giovanissimi che senza coscienza, cuore e paura gli avrebbero lanciato contro quella bottiglia incendiaria. Orrore che si aggiunge all’orrore in una città che sembra non aver imparato la lezione di Angelo Lanzaro. Anzi dal pietismo, che a nulla serve, si sarebbe arrivati all’odio.

Quel clochard morì di freddo nel Mercatone dimenticato, tutti piansero, l’indignazione della comunità rimbalzò su giornali e social, nelle piazze, tra la gente. Venerdì sera, però, nonostante la città sia diventata il simbolo del dramma degli invisibili, un altro disperato ha rischiato la vita. Lui, però, è stato però vittima di un brutale raid. Hanno provato a dargli fuoco. Una bottiglia incendiaria è stata trovata. Quell’uomo e chi era in zona conferma quanto accaduto. E vanno avanti senza sosta le indagini della Questura di Avellino sul caso. Il questore sta seguendo personalmente il caso in ogni sua fase. Gli uomini della mobile e altre unità specifiche stanno continuando a sentire persone. Il cerchio si stringe. Le indagini sembra che stiano arrivando rapidamente alla svolta.

Lavoro senza sosta dei poliziotti che hanno sentito ogni persona che quella sera era presente nel Parco per ricostruire l’esatta dinamica dell’accaduto. 

LA DINAMICA. Oleg, 43 anni - ha rischiato di essere arso vivo mentre riposava nel porticato della casetta nel cuore del parco. Probabile e inquietante, dalle prime testimonianze, la pista dell’intolleranza. Una bottiglia incendiaria è stata lanciata sul suo giaciglio di fortuna sulla verandina della struttura. I balordi si sono avvicinati mentre l’uomo in preda ai fumi dell’alcol, era assopito. Una connazionale del clochard è riuscita a svegliare l’uomo che è riuscito a spegnere le fiamme anche con l’ausilio di vigili urbani che sono giunti con un estintore.

Quella casetta è da tempo un porto franco per disperati. Sergio, un altro clochard, l’amico di Angelo Lanzaro che diede l’allarme quando si accorse che il suo amico non era riuscito a superare una notte di gelo lo scorso gennaio, in quella casetta è accampato da luglio. Ai microfoni di Ottochannel Tv ha lanciato più di un appello per ottenere aiuto e attenzione. Le segnalazioni su quanto accade in quello scrigno di verde a due passi dal terminal del bus si sprecano da anni. Ma negli ultimi mesi la convivenza tra senzatetto, cittadini, stranieri e disperati sembra essere diventata una miscela esplosiva. Decine di telefonate di chi in zona vive parlano di liti tra stranieri, possibili episodi di spaccio, degrado. 

Instancabile il lavoro delle forze dell’ordine che inviano agenti di continuo. Ogni volta. Ma proprio quella casetta era diventata un rifugio. Una situazione difficile da gestire per amministrazione e forze dell’ordine. Le strutture di accoglienza sono al collasso. Molto spesso i clochard vivono in strada per scelta. Casi diversi, vite interrotte, dolore per tanti. 

Oleg è solo una delle tante presenze in un parco affollato da invisibili. Venerdì sera solo un caso ha evitato il peggio. Ad allertare subito i soccorsi anche alcune ragazze che nel Parco portano a spasso i cani. Una volta arrivati i vigili urbani, grazie all’estintore in dotazione su ogni vettura, hanno sedato il rogo. Lo stesso Oleg, aiutato a comunicare in italiano da un amico, aveva raccontato di essere stato vittima di un raid, di tre ragazzini di cui uno ben vestito che gli avevano lanciato contro quella bottiglia incendiaria.
La presenza di coperte, stoviglie di plastica e cartoni utilizzati come scudo contro il freddo avevano contribuito ad alimentare quel rogo. Oleg in un primo momento si era rifiutato di esser portato in ospedale. Ha ricevuto le prime cure nel presidio del 118 ubicato di fronte al parco. Il tessuto dei pantaloni si è praticamente fuso con la pelle, Mani e gambe sono devastate dalle fiamme, Una scena che ha scosso profondamente quanto hanno assistito ai primi soccorsi. Ma ci sono testimoni. Il cerchio si stringe. Lo stesso Oleg ha visto. Nelle prossime ore si attendono sviluppi sull’accaduto. Gli amici di Oleg,  chi venerdì sera passeggiava nel parco avrebbe visto e riferito. Nella zona mancano le immagini della videosorveglianza ma ci sarebbero altri elementi che starebbe contribuendo in maniera concreta all’identificazione dei responsabili.