Neonato usato in carcere per passare droga e cellulare

Il caso ad Avellino. La denuncia del Sappe

Nel carcere di Airola trovata droga nascosta negli orifizi anali dei detenuti

Avellino.  

Allarme droga (tentativo di introduzione e spaccio) nelle carceri della Campania. La denuncia è del Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria SAPPE, che da notizia degli episodi avvenuti nel penitenziario di Avellino ed in quello per minori diAirola.

Ricostruisce i fatti Emilio Fattorello, segretario nazionale per la Campania del SAPPE: “L'alta capacità professionale della Polizia Penitenziaria della Casa Circondariale di Avellino ha consentito il rinvenimento di micro telefonini di ultima generazione e sostanza stupefacente. Venerdì un detenuto di origini napoletane, F.F., durante l'incontro con la moglie e quattro figli, mentre teneva in braccio il più piccolo, neonato, prelevava con destrezza dagli abiti del piccolo un involucro. La cosa non passava inosservata ai dispositivi di sicurezza della Polizia Penitenziaria di servizio. I poliziotti sono quindi intervenuti ed hanno rinvenuto un microtelefono e 80 grammi di hascic. Il detenuto, con pena definitiva”. “Sempre nel carcere di Avellino”, prosegue, “ieri è stata disposta una perquisizione straordinaria nei locali detentivi della socialità della Sezione a regime aperto ed è stato rinvenuto un altro apparecchio telefonico . L'attività investigativa messa in campo ha avuto successo ed ancora sono stati scoperti telefonini e droga che entrano clandestinamente in istituto. Nonostante la carenza organica, l'assenza di supporti tecnologici di sicurezza la Polizia Penitenziaria non molla e  continua a garantire la legalità negli Istituti di pena”.

Anche nel carcere minorile di Airola la Polizia Penitenziaria ha scoperto tentativi di introdurre droga. “Giovedì e venerdi scorsi, in due distinte operazione condotte dal personale di Polizia Penitenziaria in servizio presso la struttura sannita, sono stati rinvenuti e sequestrati circa 25 grammi di hashish abilmente occultato nelle parti intime di alcuni detenuti. Sembra che la procedura era ormai collaudata: risulterebbe infatti che che i detenuti autorizzati a fruire di permessi premio, al loro rientro in carcere, a turno, portavano delle vere e proprie forniture di sostanze stupefacenti ben occultate nelle parti intime, molto probabilmente lo ingoiavano o addirittura lo riponevano nell’orifizio anale del proprio corpo. Ma visto che l’attenzione dei poliziotti in servizio è sempre ai massimi livelli, dopo aver notato degli strani atteggiamenti dei giovani ospiti, hanno messo in atto tutte le procedure per contrastare tale fenomeno, riuscendo a portare a termine un’altra brillante operazione di polizia giudiziaria, tanto più importante se si considera la grave organica del Reparto di Polizia Penitenziaria dell’istituto minorile”

Il Segretario Generale del SAPPE Donato Capece, che da lunedì sarà proprio in Campania per visitare diverse carceri regionali, esprime apprezzamento e vicinanza al Personale di Polizia Penitenziaria in servizio ad Avellino e Airola e denuncia la precarietà della situazione penitenziaria nazionale: “Il sistema penitenziario, per adulti e minori, si sta sgretolando ogni giorno di più. Lo diciamo da tempo, inascoltati: la sicurezza interna delle carceri è stata annientata da provvedimenti scellerati come la vigilanza dinamica e il regime aperto, dall’aver tolto le sentinelle della Polizia Penitenziaria di sorveglianza dalle mura di cinta delle carceri, dalla mancanza di personale, dal mancato finanziamento per i servizi anti intrusione e anti scavalcamento”.

“Questo ennesimo rinvenimento di stupefacente destinato a detenuti, scoperto e sequestrato in tempo dall’alto livello di professionalità e attenzione dei Baschi Azzurri in servizio nel carcere di Avellino ed in quello minorile di Airola, a cui vanno le nostre attestazioni di stima e apprezzamento, evidenzia una volta di più come sia reale e costante il serio pericolo che vi sia chi tenti di introdurre illecitamente sostanze stupefacenti in carcere”, prosegue. “Ogni giorno la Polizia Penitenziaria porta avanti una battaglia silenziosa per evitare che dentro le carceri italiane si diffonda uno spaccio sempre più capillare e drammatico, stante anche l’alto numero di tossicodipendenti tra i detenuti. L’hashish, la cocaina, l’eroina, la marijuana e il subutex - una droga sintetica che viene utilizzata anche presso il SERT per chi è in trattamento – sono quelle che più diffuse e sequestrate dai Baschi Azzurri. Ovvio che l’azione di contrasto, diffusione e consumo di droga in carcere vede l’impegno prezioso della Polizia penitenziaria, che per questo si avvale anche delle proprie Unità Cinofile. Questo fa comprendere come l’attività di intelligence e di controllo del carcere da parte della Polizia Penitenziaria diviene fondamentale. E deve convincere sempre più sull’importanza da dedicare all’aggiornamento professionale dei poliziotti penitenziari, come ad esempio le attività finalizzate a prevenire i tentativi di introduzione di droga in carcere, proprio in materia di contrasto all’uso ed al commercio di stupefacenti”.

Il SAPPE sollecita infine un intervento urgente delle Istituzioni e del Ministro della Giustizia Andrea Orlando: “Il sistema delle carceri non regge più, è farraginoso. Sono state tolte, ovunque, le sentinelle della Polizia Penitenziaria sulle mura di cinta delle carceri, le telecamere ed i sistemi anti intrusione ed anti evasione spesso non funzionano, le aggressioni contro i poliziotti penitenziari sono all’ordine del giorno e questo è gravissimo. I vertici del Ministero della Giustizia devono assumere urgenti e concreti provvedimenti per fronteggiare questa grave emergenza”.