Dramma in montagna, travolto dalla valanga: muore a 37 anni

Giovanni Giarletta, originario di Montoro, è morto stamattina a Lecco. Fatale una slavina.

Ha perso la vita anche Ezio Artrusi, 41 anni, compagno di Giarletta. Entrambi erano alpinisti esperti e tecnici del Cnas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico).

Montoro.  

 

di Andrea Fantucchio 

Travolti e uccisi da una valanga. Il dramma di Giovanni Giarletta, 37 anni, originario di Montoro, in provincia di Avellino, e Ezio Artrusi, 41 anni, di Introbio in Lombardia. Alpinisti esperti che hanno perso la vita questa mattina. Stavano risalendo la montagna della Grignetta, in provincia di Lecco, dove entrambi abitavano da tempo.

L'allarme è stato lanciato, poco dopo le 15.30, da una guida alpina che percorreva lo stesso canale dei due uomini. Così sono partiti due elicotteri da Como e Sondrio. Poi i volontari del Soccorso alpino della XIX delegazione, i carabinieri, il 118 e i vigili del fuoco. Una task force purtroppo inutile.

Quando sono arrivati sul posto, era troppo tardi. Per i due tecnici del Cnas (Corpo nazionale soccorso alpino e speleologico), non c'era purtroppo più nulla da fare.

Secondo una prima ricostruzione i due stavano percorrendo il Canale Sasso Incastrato, versante est della Grigna Meridionale. Oltre 1800 metri di quota. Poi una slavina li ha travolti, trascinandoli oltre duecento metri più in basso. Un fiume di ghiaccio, neve e terra, che non ha lasciato loro scampo. La valanga è stata probabilmente provocata da un innalzamento delle temperature, i raggi di sole hanno scaldato la neve provocando un cedimento in più punti.

Un dramma che è rimbalzato su tutti i media nazionali. Nelle case degli italiani sono entrati i volti sorridenti di quei due esperti alpanisti che, appena tre settimane fa, avevano scalato la vetta del Cerro Torre: chi li conosceva ha detto che sognavano altre mille imprese simili.

Probabilmente, “Charlie,” come veniva soprannominato Giarletta, e Artrusi, erano sorridenti anche questa mattina. Prima di uscire in compagnia di un altro alpinista, per l'ennesima scalata. Poi hanno deciso di deviare percorso, andando verso est fino al canalone dove sono stati trovati i loro cadaveri coperti di neve. L'amico, non vedendoli arrivare, aveva lanciato l'allarme. Ma, ormai, non c'era più nulla da fare.