«Una pizza», droga fra Avellino e Mercogliano: in 7 a processo

Rinviati a giudizio con l'accusa di aver gestito un giro di sostanze stupefacenti.

L'inchiesta si riferisce agli anni 2013 e 2014. Gli imputati avrebbero preso parte a un giro di spaccio di cocaina, marijuana ed eroina fra Avellino e l'hinterland. Sono stati rinviati a giudizio.

Avellino.  

 

di Andrea Fantucchio 

«Portami la pizza. E poi ho bisogno anche di uno specchio nuovo». Così partiva la droga: un giro di cocaina, hashish ed eroina fra Avellino e l'hinterland. Ne è convinta la Procura del capoluogo irpino che ieri ha ottenuto il rinvio a giudizio di sette imputati accusati di aver spacciato sostanze stupefacenti fra il 2013 e il 2014.

Il prossimo 9 novembre dovranno comparire in aula, di fronte al giudice, Giulio Argenio, gli avellinesi F.V., 50 anni, F.D.A., 33 anni, G.D.A., 45 anni, V.L., 46 anni, A.C., 46 anni, M.S., 49 anni, e M.C., 46 anni, difesi fra gli altri dagli avvocati Samuela Scardino, Gaetano Aufiero, Nello Pizza, Quirino Iorio e Giovanni De Lucia.

L'inchiesta era partita dopo il decesso di un ragazzo, consumatore abituale di sostanze stupefacenti. Gli inquirenti, allora coordinati dal pm, Adriano Del Bene, avevano pensato a una partita di droga tagliata male. Così avevano iniziato a pedinare alcuni sospettati. Una serie di intercettazioni telefoniche unite alle dichiarazioni di molti acquirenti che hanno permesso di identificare gli imputati. E ricostruire il linguaggio criptico che avrebbero utilizzato: nelle intercettazioni facevano spesso riferimento a pizze o mobili da consegnare. Così indicavano la quantità di droga da portare e anche la destinazione. Le basi dello spaccio, per i carabinieri che hanno condotto le indagini, erano proprio Avellino e l'hinterland, a partire dal comune Mercogliano.

Alcuni degli imputati hanno già precedenti specifici e sarebbero stati proprio loro a tenere le fila dello spaccio che era destinato anche a giovanissimi. Molte delle accuse sono state respinte, anche in aula, dai difensori che hanno posto l'attenzione sugli elementi di indagine poco univoci. Ma il gup, Vincenzo Landolfi, ha ritenuto la vicenda meritevole di approfondimento dibattimentale e per questo ha spedito gli imputati a processo.