Tragedia in Irpinia, prof si uccide lanciandosi dal ponte

E' il quarto suicidio nel corso degli anni dalla panoramica ad Ariano

tragedia in irpinia prof si uccide lanciandosi dal ponte

Si tratta nell'ennesimo suicidio nel corso degli anni da quello stesso punto maledetto dove si contano ben quattro morti e diversi tentativi di suicidio...

Ariano Irpino.  

Era diretto come ogni mattina al Ruggero II ad Ariano Irpino, dove insegnava filosofia, ma Rocco Meninno 45 anni di Grottaminarda a scuola oggi non ci è mai arrivato. Giunto all'imbocco della bretella Russo Anzani, ha fermato e chiuso a chiave la sua auto, una dacia sandero e si è lanciato nel vuoto di lì a pochi passi dal famigerato ponte della panoramica. Un volo di circa 30 metri, senza scampo dalla sommità di quelle ringhiere che solo a guardarle ogni volta mettono brividi.

E' stata una donna del luogo Sabrina Pollastrone a dare per prima l'allarme, dopo aver notato quell'auto parcheggiata in modo strano, tant'è che era stata anche multata, nelle vicinanze di quel ponte noto a tutti.  Ecco il suo racconto preciso: "Erano le 8.10 quando insieme a mio figlio Fulvio abbiamo notato quell'auto parcheggiata in modo strano non molto distante dal ponte. Ho informato i carabinieri, avendo avuto una strana sensazione, alla luce di altri episodi tragici già accaduti. E' arrivata una pattuglia. Hanno effettuato un controllo sotto il ponte, sono salito poco dopo, rassicurandomi. Non c'è nulla mi è stato detto. Nel frattempo mi sono recata a Mirabella Eclano, preoccupata perchè a mio avviso mi sarei aspettato un controllo più accurato. Non mi sono persa d'animo. Sono ritornata sul luogo e avendo notato l'auto ancora nella stessa posizione anomala, a questo punto ho chiamato con maggiore determinazione il comando di Polizia Municipale. Erano le 12.28. Ho tutte le telefonate documentate e ho chiesto espressamente di essere verbalizzata. I miei timori erano fondati. In queste circostanze, il tempo è preziosissimo e io credo che ogni segnalazione debba essere sempre valutata con attenzione e direi celerità." I carabinieri dal canto loro, sostengono di aver svolto fino in fondo r con coscienza il proprio dovere.

Gli agenti della Polizia Municipale Fausto Matullo e Fabrizio Coppola non hanno perso tempo, si sono diretti nella parte bassa del viadotto per una perlustrazione ed è qui che hanno rinvenuto a terra tra le foglie, dopo aver abbattuto un lampione, il corpo senza vita del 45enne. A nulla è valso l'intervento dei sanitari del 118 prontamente allertati. Salma recuperata e trasferita nel vicino obitorio dell'ospedale Sant'Ottone Frangipane per gli accertamenti medico legali ad opera del medico incaricato dalla Procura della Repubblica di Benevento Lamberto Pianese. 

Sul posto oltre alla polizia municipale con il sovrintendente Luigi Pietrolà, i carabinieri e una volante del locale commissariato di Polizia. Da palazzo di città è giunto l'assessore Massimiliano Alberico Grasso. Il parroco di Rione Martiri Don Costantino Pratola, sul luogo della tragedia ha pregato davanti alla salma del docente ufitano. 

Si tratta nell'ennesima tragedia nel corso degli anni dallo stesso punto maledetto dove si contano ben quattro morti e diversi tentativi di suicidio.

Erano le 8.30, del 20 marzo 2019 quando Gerardo Bevere, 53 anni, ex assistente capo nel carcere arianese, mentre percorreva in auto la stessa bretella Russo-Anzani riuscì a notare e salvare in extremis  una donna in forte stato confusionale e la sua auto poco distante da lei nello stesso punto in cui ha deciso di farla finita il docente di Grottaminarda. In quella occasione la tragedia fu evitata. 

L'ultimo decesso risale per un strana e triste coincidenza al 22 gennaio, (come oggi), del 2015). In quell'occasione perse la vita Giovanni Bongo, commercialista, un giovane esemplare 29enne di Villanova del Battista. Prima di lui era toccato ad altri due giovani. Fu l'ex ispettore capo Giuseppe Ciasullo della Polizia di Ariano nel 2002 a denunciare già allora con forza la pericolosità elevata del ponte dopo essere intervenuto in piena notte su quel luogo maledetto per rilevare la tragica morte di Carmine Fiorito, un giovane del luogo. Fu uno dei primi campanelli di allarme, da sempre ignorato dalle istituzioni. 

La parte alta, è priva di barriere protettive e la sua pericolosità è stata segnalata a tutte le istituzioni interessate. Ci sono esposti presentati alla Procura della Repubblica, ne sa qualcosa il titolare della Damaco Service Filippo D'Alessandro, che nel corso degli anni ha assistito di tutto, ma nessuno si è mai adoperato per porre fine a questa escalation di suicidi.