Il questore vieta i funerali del boss Amedeo Genovese

La decisione del questore Terrazzi. La salma verrà tumulata nel cimitero di Summonte

il questore vieta i funerali del boss amedeo genovese
Avellino.  

Il questore di Avellino, Maurizio Terrazzi vieta i funerali del boss Amedeo Genevose. Il fondatore del clan Partenio è deceduto all'età di 66 anni, all’ospedale di Parma, dopo un arresto cardiaco, dovuto ad un intervento chirurgico. La salma di Genovese è stata liberata dal tribunale di Sorveglianza e arriverà a Summonte, durante la notte, dove verrà tumulata direttamente nel cimitero comunale. Nessuna funzione pubblica, dunque, i funerali si terranno in forma strettamente privata. Inoltre, la Questura di Avellino, ha attivato comunque un servizio d'ordine di sicurezza, secondo un preciso protocollo da seguire proprio per le persone detenute per reati di camorra.

Il boss stava scontando due ergastoli nel carcere di Parma, dove era stato trasferito solo da qualche anno. Inizialmente, invece, era detenuto nel carcere di Voghera. Qui era arrivato nel 2001, dopo il suo arresto. Amedeo insieme al cugino Modestino aveva costituito il clan Partenio, operativo negli anni ’90 e dedito allo spaccio di droga, all'usura e alle estorsioni. Nel giro di poco tempo divennero il terrore di imprenditori e commercianti. I due cugini furono arrestati nel febbraio del 2001, ma entrambi, insieme ad altri tre indagati furono latitanti per diversi mesi. L'operazione di polizia e carabinieri portò all'arresto di 31 persone. Tra queste, c'era anche Salvatore Vicino (ucciso con diversi colpi di pistola nella sua Smart, al centro storico di Avellino nel 2006).

E per la prima volta, si parlò di clan Partenio. Invece, tra i pm della Procura di Napoli, che misero le mani sull'inchiesta, c'era anche l'attuale procuratore capo di Avellino Domenico Airoma, insieme agli altri magistrati Russo e Amato. Anche gli omicidi di Walter De Cristofaro, il cui delitto avvenne il 12 luglio del 2000 davanti al bar Tiglio di Serino e Corrado Modestino, imprenditore di Mercogliano, maturarono all’interno degli assetti criminali del clan. Erano gli anni di fuoco della “Partenio connection”, tra bombe carta, attentati e pestaggi.

Negli stessi anni in cui emergevano i fratelli Nicola e Pasquale Galdieri. Quest'ultimo, arrestato per la prima volta, venti anni fa, proprio nell'ambito della stessa operazione condotta dalla polizia diretta dal questore Roberto Gallotti, e oggi invece, è considerato il successore del boss Amedeo, così come trapela anche nelle ultime inchieste, e all’apice del nuovo Clan Partenio.