Il Csm revoca l'incarico di procuratore a D'Onofrio. Contrari Cantelmo e Airoma

D'Onofrio paga gentilezze ricambiate con alcuni doni, da inquadrare in un rapporto di amicizia,

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Avellino.  

Contestualizzazioni dei fatti "molto differenti" a secondo del giudice chiamato a verificarli e un procedimento disciplinare al limite della rigidità: così il Csm ha revocato l'incarico di procuratore aggiunto al magistrato Vincenzo D'Onofrio, in servizio ad Avellino dal 2019, dopo una lunga e onorata carriera nella Direzione distrettuale Antimafia. 

Con 18 voti a favore, 2 contrari e 3 astensioni il plenum ha infatti deciso di non confermarlo nell'incarico, ritenendo che con alcune condotte - al centro di un procedimento penale concluso con l'archiviazione e di accertamenti disciplinari che si dovrebbero definire a breve- si sia "incrinato il requisito dell'indipendenza", come ha sintentizzato il relatore del fascicolo, il laico del M5s Filippo Donati.

Si tratta di alcuni biglietti omaggio ricevuti per una partita del Napoli e la possibilità di usare una barca, chieste e ottenute da un imprenditore.

D'Onofrio paga gentilezze ricambiate con alcuni doni, da inquadrare in un rapporto di amicizia, come ha sempre sostenuto la sua difesa in due memorie inviate al Csm con la richiesta di fermare la decisione per procedere prima ad approfondimenti istruttori.

"Neppure un rapporto amicale puo' giustificare che un magistrato accetti biglietti per andare allo stadio o di utilizzare un gommone senza pagare il corrispettivo", la replica di Donati, che ha definito non rilevante anche la presa di posizione del procuratore di Avellino Domenico Airoma e del suo predecessore Rosario Cantelmo, concordi nell'escludere "alcun appannamento dell'autorevolezza istituzionale" del collega. Si sarebbe dovuto attendere l'esito disciplinare anche per "garantire parita' di trattamento rispetto ad altri casi ben piu' eclatanti" ha sostenuto invece il togato di Unicost Michele Ciambellini, secondo cui il relatore, basandosi sul provvedimento di archiviazione del gip- "fatto male perche' privo di un valutazione autonoma rispetto a quella del pm" -ha ritenuto "acclarati" fatti rispetto ai quali "D'Onofrio ha offerto una contestualizzazione molto diversa".