Avella, demolizione di villa Abate: pm chiede tre anni per Biancardi

L'accusa è di abuso d'ufficio. Chiesto anche un anno e mezzo per tutti i consiglieri comunali

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Avella.  

Tre anni di reclusione per l'ex sindaco di Avella, Domenico Biancardi, già presidente della Provincia, e un anno e mezzo per tutti gli altri componenti del consiglio comunale. 

Sono queste le richieste che il pubblico ministero Del Mauro ha avanzato al Tribunale di Avellino, in composizione collegiale e presieduto dal giudice Roberto Melone per l'abuso d'ufficio connesso al caso di Villa Abate ad Avella. 
Secondo la Procura avellinese, infatti, gli imputati si sarebbero macchiati di abuso d'ufficio quando, a seguito della nota vicenda dell'abbattimento della Villa Abate, nel 2014 tentarono di acquisire al patrimonio comunale l’edificio per impedirne l'abbattimento. 
Gli unici a rimanere fuori dalla vicenda giudiziaria sono gli allora consiglieri comunali Giuseppe Canonico e Vincenza Luciano che a quel consiglio decisero di non prendere parte.
Nell'udienza di oggi prevista la sola discussione, ma proprio Biancardi ha voluto rendere dichiarazioni spontanee alla Corte, chiarendo l'iter amministrativo che ha poi portato alla demolizione e precisando, infine, che si trattava di "una delibera di opinione politica". 

Avendo il pubblico ministero depositato memorie scritte, la difesa ha avanzato richiesta di sospensione per poterne prendere visione. 
Dopo pochi minuti è arrivata la decisione del collegio di rinviare il processo al 6 luglio prossimo.