Processo Aias, in aula i Nas: "Non rispettavano requisiti igienico-strutturali"

Distraevano i fondi pubblici destinati ai disabili e li utilizzavano per interessi personali

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Avellino.  

Prosegue la fase istruttoria del processo iniziato ad ottobre 2021 e messo in piedi a seguito dell'inchiesta del 2017 sulle onlus irpine Aias e Noi Con Loro, specializzate nell'assistenza ai disabili. 

In aula i due carabinieri in forza al sezione dei Nas di Salerno, che effettuarono le ispezioni proprio nei locali dell'Aias di Calitri e di Avellino.
"Rilevammo carenze sia sotto l'aspetto strutturale che medico sanitario, tanto che trasmettemmo immediatamente all'ASL competente il nostro rapporto, per far sì che si potessero eseguire lavori di adeguamento".
Il luogotenente escusso parla di gravi difformità nei requisiti strutturali, igienici e di accoglienza.
A Calitri pavimentazioni sconnesse, aree non illuminate, muffe, mancanza di uscite d'emergenza e del sistema acustico, documentate con un ampio rapporto fotografico.
E sulla sede di Avellino: "Le carenze erano abbastanza gravi . È stato necessario fare intervenire sul posto la commissione dell'ASL deputata a rilasciare dichiarazioni di agibilità. 
Se il primo piano era completamente abbandonato, il piano terra, in cui venivano effettuate le prestazioni, era pieno di corridoi angusti, impraticabili per soggetti con disabilità motorie".  

L’udienza si è aggiornata al prossimo 25 ottobre, data in cui verranno ascoltati altri quattro testimoni della lista dinpubblica accusa.

L'inchiesta nasce dalla convinzione della Procura dell'esistenza di un sistema che negli anni avrebbe distratto fondi pubblici destinati alla sanità grazie alla collaborazione di aziende che operavano in settori differenti: dall’informatica all’edilizia.

Nello specifico, viene contestata la distrazione di un milione e 356mila euro dai conti Aias in favore di alcune aziende che, di fatto, con la sanità non hanno nulla a che fare.

I reati contestati a vario titolo ai dieci indagati per questo processo sono di peculato, riciclaggio, malversazione ai danni dello Stato e truffa aggravata.

In particolare, è stata focalizzata l'attenzione su un bando di 199mila euro per la digitalizzazione e messa in rete delle biblioteche dell’onlus Noi con Loro. Una somma che sarebbe stata ottenuta illecitamente con artifici e raggiri, che hanno indotto in errore la Regione Campania. In questo progetto finanziato dalla Regione l'accusa è stata mossa anche nei confronti di Anna Maria Scarinzi e di Simona e Floriana De Mita, rispettivamente moglie e figlie dell'ex premier Ciriaco De Mita, per aver svolto consulenze informatiche specialistiche senza averne titoli e requisiti, tra l'altro mai fornite. Il compenso per il servizio è stato di 10mila e 620 euro in favore di Ausonia It S & R Srl Servizi, società di Scarinzi e delle De Mita.