Omicidio Gioia, guerra di perizie: sentenza il prossimo 24 maggio

Si torna in aula il prossimo 17 maggio per la discussione del pubblico ministero

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Avellino.  

di Paola Iandolo 

Omicidio Gioia, si avvicina il giorno della sentenza di primo grado prevista per il 24 maggio prossimo. Intanto quella di stamane è stata una udienza – di oltre sei ore – importante in quanto sono stati escussi tutti i consulenti di parte nominati. Conclusioni contrastanti con l’elaborato peritale redatto dal ctu nominato dalla Corte di Assise di Avellino, quelle a cui sono pervenuti i periti di parte, nominati dai difensori degli imputati e dalle parti civili.

Concorde, nel ritenere entrambi gli imputati capaci di intendere e volere al momento del fatto, con il professore Sciaudone la professoressa Raffaella Perrella. Dello stesso avviso il professore Paolino Cantalupo, nominato dall’avvocato Brigida Cesta, difensore dei fratelli della vittima: «sono entrambi capaci di intendere e volere, nonostante lui presenti un disturbo di antisocialità e un disturbo psichico borderline e lei una forte immaturità».

Incapacità di intendere e volere

Conclusioni contrastanti per il professore Pietrantonio Ricci nominato dall’avvocato Livia Rossi difensori di Elena Gioia: «per me i due imputati sono incapaci di intendere e volere e questo elemento si evince dall’assenza di una progettualità dopo l’omicidio».  Della stessa opinione il dottore Giovanni Gallotta dell’Università Federico II di Napoli che si è soffermato sulla malattia di cui è affetta Elena Gioia. «Una patologia caratterizzata dal dolore cronico e che provoca nel soggetto affetto, la distruzione delle cellule del sistema nervoso e delle variazioni funzionali dell’attività cerebrale». Analoghe conclusioni per il professore Stefano Ferraguti, medico e professore di psicopatia forense nominato dall’avvocato Francesca Sartori, difensore della moglie della vittima, Liana Ferraioli e dell’altra figlia Emilia. «Elena presentava una semicapacità di intendere e volere all’epoca dei fatti e a mio avviso necessita di un sostegno nello studio». Intanto l’avvocato Rolando Iorio, difensore di Giovanni Limata, ha depositato un documento dell’Inps per un ritardo cognitivo di tipo moderato. Ritardo riconosciuto ai sensi della legge 104 del 92. Ed infine è stata ascoltata la psicologa Rosa Bruno, nominata dall’avvocato Iorio. A suo avviso «Limata ha una capacità di intendere e volere ridotta e presenta un grave disturbo borderline con possibili scivolamenti psicotici». Si torna in aula il 17 maggio.