Strage Acqualonga, arrivano le condanne anche per gli assolti in primo grado

Arrivano le condanne anche in Appello per gli indagati nella strage del bus

strage acqualonga arrivano le condanne anche per gli assolti in primo grado
Monteforte Irpino.  

Strage bus Acqualonga, emesso il verdetto dalla Corte di Assise di Appello di Napoli. I giudici di secondo grado hanno riformato la sentenza emessa in primo grado dal tribunale di Avellino. 

Condannati in appello: 

Hanno rimediato la condanna a 6 anni di reclusione l'ex Ad Giovanni Castellucci, e i funzionari Riccardo Mollo, Massimo Giulio Fornaci e Marco Perna.

Confermata l'assoluzione per i dipendenti Aspi, Michele Maietta e Antonio Sorrentino.

Riduce la pena riconoscendo l'attenuante di aver risarcito il danno per Nicola Spadavecchia e Paolo Berti a 5 anni di reclusione. 

Ridetermina la pena previa concessione dell'attenunati generiche e del risarcimento del danno per Gianluca De Franceschi, Gianni Marrone e Bruno Gerardi in anni 3 di reclusione.

Non doversi procedere nei confronti di Gennaro Lametta e Antonietta Ceriola per intervenuta per il solo capo A. (falso).  Confermata nel resto. 

Confermati i 5 anni di condanna per Michele Renzi, rimediata già in primo grado. 

Le richieste del pg Buda

Il procuratore generale della Corte di Assise di Napoli nel maggio scorso ha chiesto che tutti gli imputati venissero condannati. Il pg del tribunale partenopeo ha chiesto 10 anni di reclusione per Giovanni Castellucci, Riccardo Mollo, Massimo Fornaci, Marco Perna, Michele Maietta e Antonio Sorrentino. Per Nicola Spadavecchia, Gianluca De Franceschi, invece il pg, ha chiesto la conferma della condanna di primo grado, che li ha visti condannati a 6 anni di reclusione. Mentre per Paolo Berti e Gianni Marrone ha chiesto la conferma ai 5anni e 6 mesi di reclusione, per Michele Renzi e Bruno Gerardi condannati a 5 anni di reclusione.

Nella sua requisitoria il pg Buda ha ribadito più volte che “le assoluzioni, sono state un’ingiustizia”. Davanti al collegio della Seconda Sezione Penale di Appello di Napoli, il sostituto procuratore generale ha sostenuto ritenendo comprensibili le reazioni alla sentenza da parte dei dirigenti Aspi condannati in primo grado. Perché si era consumata una vera e propria “ingiustizia”, con i vertici della società esclusi dalle responsabilità.

La condanna di primo grado

Il verdetto di primo grado, emesso nel gennaio 2019 dal giudice monocratico del Tribunale di Avellino Luigi Buono, aveva statuito la condanna del titolare dell’azienda che gestiva il bus, Gennaro Lametta, alla pena di 12 anni, come richiesto dall’accusa. Otto anni invece per la dipendente della Motorizzazione civile di Napoli, Antonietta Ceriola, a fronte di una richiesta di 9 anni. Sei anni di reclusione, invece, ai dirigenti di Autostrade, Gianluca De Franceschi e Nicola Spadavecchia, Paolo Berti e Gianni Marrone, furono condannati a 5 anni e 6 mesi. Ritenuti colpevoli anche altri due dipendenti di Aspi, Michele Renzi e Bruno Gerardi, condannati a 5 anni. Assolti invece, oltre a Castellucci, il dg di Autostrade, Riccardo Mollo, e i dipendenti Michele Maietta, Massimo Fornaci, Marco Perna e Antonio Sorrentino.