Tentò di uccidere la sua ex, chiesto l'abbreviato per Pellegrino Crisci

il processo è stato rinviato al 10 maggio

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Baiano.  

 

di Paola Iandolo 

Pellegrino Crisci ha chiesto di essere giudicato con rito abbreviato per le accuse di triplice omicidio. Inoltre, il legale ha chiesto di poter depositare  una documentazione in merito alla sua condizione mentale. Il 19 giugno scorso Crisci dopo aver seguito la sua ex compagna Michela Principe - 49enne di Sirignano - la ferì con diversi colpi d’arma da fuoco. La donna voleva presentare un’altra denuncia nei confronti del suo ex, ma venne bloccata dai colpi d’arma da fuoco esplosi contro di lei dal 41enne. Colpi che la raggiunsero ad un braccio. Quel pomeriggio Crisci seminò il panico per i comuni del Mandamento. Esplose anche dei colpi contro Giuseppe Miele che in quel momento si trovava in strada e i contro i militari dell'arma che tentarono di bloccarlo. Il quarantenne è difeso dagli avvocati Gaetano Aufiero e Carmine Procentese. La parte civile è rappresentata dall’avvocato Nicola D’Archi.

Il profilo

Pellegrino Crisci era già sottoposto agli arresti domiciliari per maltrattamenti nei confronti della sua ex compagna Michela Principe. L’ imprenditore del settore automobilistico, 41enne di Sirignano era sottoposto alla misura perché il 6 dicembre del 2021 aveva aggredito la sua ex compagna, con un coltello, dopo averle rotto il naso. Crisci era anche finito nel carcere di Poggioreale nell’ambito di un’inchiesta della Dda di Napoli, unitamente a Bernando Cava detto Aldo. Entrambi erano accusati di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso nei confronti di un imprenditore del Mandamento. Misura poi annullata dal tribunale del riesame.  Cava e Crisci erano accusati di aver imposto una estorsione ad un imprenditore del Baianese che aveva ricevuto un attentato doloso ai danni di un suo mezzo nell’ottobre del 2020. 

Le minacce anche dalla casa circondariale

Pellegrino Crisci, dal carcere lanciò anche alcune minacce di morte nei confronti della sua ex, dopo che il 19 giugno scorso le aveva esploso contro diversi colpi di pistola. Le minacce continuarono anche dopo con un telefonino trovato in cella e attraverso delle lettere dal contenuto minatorio.