Era diventato la mascotte del piano di zona, il cane di quartiere, faceva compagnia agli ambulanti dell'ortofrutta nel piazzale e accompagnava a fare la spesa o altre faccende le persone a lui più care. Lo ha fatto fino alla mattina scorsa, attendendo all'uscita da uno studio medico Mina e Diana, mamma e figlia. E sono state proprio loro a vederlo morire all'istante al passaggio di un furgone che dopo averlo travolto, è fuggito via come se niente fosse. "Siammo addolorate, abbiamo ancora quella triste scena davanti agli occhi, per noi è un lutto".
Un gesto ignobile quello accaduto, lungo via Cardito, sulla statale 90 delle puglie ad Ariano Irpino. Non aveva un padrone Bubù, che nella foto vedete in braccio a Domenico Iannarone, perchè era il cane di tutti. Ed è stato lui stesso Domenico, tra le lacrime a raccoglierlo a terra. "L'ho messo in un cartone con le mie mani, fatte del suo sangue. Non ci sono parole, solo tanto dolore. Non riesco a crederci, ci mancherà tanto."
Aveva un nome "versatile". Ha usato il termine giusto Sabrina Cicchella. C'è chi lo chiamava Bubu, Bubo e chi Bubù. Innamorato di una cagnetta in contrada Viggiano nel quartiere dei 78 alloggi, dove si recava spesso per corteggiarla amava la sua libertà. Un curiosone, fermo ad osservare auto e passanti al centro di quel piazzale a lui tanto caro, dove purtroppo non è più tornato dai suoi amici con i quali aveva passeggiato insieme poche ore prima come ci conferma Antonella Staffieri.
E' stato poi affidato a Giovanni Checa, gruppo comunale della protezione civile, allertato dalla polizia municipale, in attesa dell'arrivo del servizio di smaltimento da parte dell'Asl.
Chi lo ha investito e ucciso, farebbe bene a recarsi dalle forze dell'ordine per evitare conseguenze gravi. Gli agenti confidano arriveranno a lui, attraverso le telecamere della zona, essendo stati allertati da più persone che si sono dette pronte a denunciare il grave gesto alla polizia municipale.
Ebbene che si sappia: "L’articolo 544-bis del codice penale prevede il reato di uccisione di animale, punito con la reclusione da quattro mesi a due anni, tutte le volte in cui viene procurata la morte dell’animale per crudeltà o senza necessità". Sarebbe bastato fermarsi e adoperarsi nelle operazioni di soccorso come accaduto qualche settimana fa ad una donna dopo aver investito involontariamente un lupo, poi deceduto in ospedale a Napoli.