di Paola Iandolo
"Restiamo vigili" il commento del prefetto di Avellino, Rossana Riflesso commenta l'annullamenro dell' interdittiva annullata e preannuncia "faremo ricorso. Serve chiarezza e prevenzione". Si tratta dell'interdittiva antimafia emessa dalla Prefettura nei confronti di una società di calcestruzzi che opera in Irpinia che una settimana fa il Tar di Salerno con una sentenza ha annullato. "È stata accertata una situazione poco trasparente - ribadisce il prefetto -, ma il nostro provvedimento è stato comunque revocato". Da qui l’annuncio del ricorso: "Lo ritengo un dovere. Il contenuto dell’interdittiva parla chiaro: vi sono, a mio avviso, tutti i presupposti per andare avanti".
Un passaggio sulla relazione della Dia
Nella relazione della Direzione investigativa antimafia si evidenzia l’Irpinia è esposta alla possibile infiltrazione della camorra nella pubblica amministrazione. Ma non solo si fa riferimento all'inchiesta del Comune di Avellino. "La vulnerabilità di alcune realtà amministrative irpine - si legge nella relazione - sarebbe emersa anche da una recente indagine per corruzione che ha coinvolto due alti funzionari del Comune di Avellino ed un libero professionista, conclusa dai Carabinieri il 18 aprile 2024 con l’esecuzione di un’ordinanza di custodia cautelare nei confronti dei 3 indagati. L’accusa è di falso in atto pubblico, peculato, rivelazione e utilizzazione di segreto d'ufficio, tentata induzione indebita e corruzione per l’esercizio delle funzioni".
Un passaggio sulla situazione di alcuni comuni irpini
"Sebbene nel caso del comune di Avellino, allo stato, non sia stato rilevato il coinvolgimento della criminalità organizzata, emerge comunque una certa propensione a delinquere da parte di amministratori pubblici locali e conseguenza, potenziale esposizione degli enti pubblici a fenomeni di infiltrazione da parte della criminalità organizzata». Si fa poi riferimento ai casi dei Comuni di Monteforte Irpino e Quindici sciolti con decreto del Presidente della Repubblica del 27 marzo 2024, per infiltrazioni mafiose. «Nel periodo in esame - prosegue ancora la relazione - il panorama criminale irpino non ha fatto registrare significative evoluzioni. Le aree caratterizzate da maggiore presenza di organizzazioni delinquenziali restano la città di Avellino, il Vallo di Lauro, al confine con Nola, e la Valle Caudina.
Operativtà dei clan storici
"Nel Vallo di Lauro, sarebbero tuttora operativi due clan camorristici antagonisti: Cava e Graziano, protagonisti in passato di una sanguinosa contrapposizione armata e che oggi coabiterebbero in un clima di sostanziale non belligeranza, stante anche la morte e la detenzione delle storiche figure apicali". In Valle Caudina, "l’organizzazione criminale dominante resta il clan Pagnozzi che mantiene il proprio centro interessi nei Comuni di San Martino Valle Caudina, suo paese di origine, e Cervinara, ma che estende la propria influenza criminale nel Sannio e nel Lazio. Gli interessi illeciti perseguiti riguarderebbero le estorsioni, il traffico e lo spaccio di stupefacenti ed il settore dei giochi e scommesse, quest’ultimo mediante la distribuzione delle slot machine nei bar, nelle sale giochi e nelle ricevitorie".
