di Paola Iandolo
Gennaro Lametta, il proprietario del bus che il 28 luglio 2013 precipitato dal viadotto Acqualonga dell'autostrada A16, presenta denuncia contro i meccanici ai quali si rivolse per sistemare il mezzo. La strage avvenne all'altezza del comune di Monteforte Irpino causando la morte di 40 persone, tra cui il fratello, che era alla guida del mezzo finito giù dal viadotto. La denuncia è stata depositata presso la Procura di Napoli.
Ricordiamo che Gennaro Lametta, che è stato condannato in via definitiva a 9 anni di carcere, durante il dibattimento ha presentato con i suoi avvocati Sergio Pisani e Angelo Argenzio - che ora puntano alla revisione del processo - un file audio da cui risulta che uno dei due meccanici dice di aver controllato se i perni della trasmissione erano stretti. In sostanza, sostengono i due legali, «si tratta della prova del fatto che la rottura dell'impianto frenante del bus sarebbe riconducibile a un intervento eseguito dai meccanici successivamente negato davanti ai giudici».
Lametta riferisce di essersi recato, dopo la tragedia, nell'officina per confrontarsi con i meccanici sulle cause dell'incidente e di avere registrato di nascosto una conversazione che attesterebbe le loro responsabilità. "Se si escludono cause esterne, - scrive nella denuncia Gennaro Lametta - è unicamente un errore umano dei meccanici... i quali, dopo la grave tragedia, per non incorrere in alcuna responsabilità personale, hanno negato di avere effettuato operazioni di controllo del serraggio dei perni che in occasione del sinistro si svitarono facendo distaccare il giunto della trasmissione".
