La stagione della caccia in Campania: "Assalto alla biodiversità e sicurezza"

La denuncia di Emilio Merola Lida Av Odv Ets Bonito e Lac Avellino

la stagione della caccia in campania assalto alla biodiversita e sicurezza

"Regole ignorate, richiami attivi e vigilanza insufficiente"

Avellino.  

"Con l’avvio della preapertura venatoria in Campania, il territorio regionale ha vissuto una giornata di vera e propria pressione armata. Dalle prime luci dell’alba del 1° settembre, orde di cacciatori – non solo locali – si sono riversate nelle campagne, sparando incessantemente. In molte zone, il paesaggio rurale è stato stravolto da un frastuono continuo di colpi, che ha generato allarme tra cittadini e associazioni.

Le segnalazioni pervenute alla nostra associazione sono state numerose e preoccupanti: movimenti sospetti, spari fuori orario, e comportamenti che poco hanno a che fare con la forma di caccia consentita in questa fase, ovvero l’appostamento temporaneo.

Particolarmente colpite sono state le campagne di Bonito, i comuni limitrofi dell’Irpinia e le aree del Sannio confinante, dove la pressione venatoria si è manifestata con maggiore intensità e dove la vigilanza è storicamente carente".

Lo denuncia di Emilio Merola Lida Av Odv Ets Bonito e Lac Avellino 

"Regole ignorate, richiami attivi e vigilanza insufficiente

La normativa regionale prevede che la preapertura sia consentita solo in determinati giorni e solo per alcune specie, nella forma di appostamento temporaneo.

Colombaccio (Columba palumbus): 1, 3, 7, 10, 14 settembre 2025 (solo appostamento), poi dal 21 settembre 2025 all’11 gennaio 2026

Ghiandaia (Garrulus glandarius), Gazza (Pica pica), Cornacchia grigia (Corvus corone cornix): 1, 3, 7, 10, 14, 17 settembre 2025 (solo appostamento), poi dal 21 settembre 2025 all’11 gennaio 2026

Tuttavia, ciò che è stato osservato sul campo racconta una realtà ben diversa: cacciatori in movimento, spari rivolti a specie non consentite, e una totale assenza di controlli. In molte aree, la vigilanza è praticamente inesistente, e questo ha favorito comportamenti illeciti e pericolosi per la fauna selvatica.

A rendere la situazione ancora più grave è la presenza di richiami elettroacustici attivi per la quaglia comune (Coturnix coturnix), una specie non cacciabile in questo periodo. Questi dispositivi, vietati dalla normativa, attirano gli uccelli migratori durante la notte, facilitando abbattimenti illegittimi e alterando le rotte migratorie.

Non osiamo immaginare quante violazioni siano state commesse. E se questo è solo l’inizio, cosa ci aspetta nei prossimi mesi?"

Un impatto devastante sulla fauna

"La preapertura anticipa l’attività venatoria rispetto ai tempi naturali di migrazione e riproduzione. Questo provoca:

Disturbo alla fauna selvatica in fase di riposo migratorio o post-riproduttivo
Alterazione degli equilibri ecologici, con effetti a cascata su insetti impollinatori, piccoli mammiferi e uccelli stanziali".

Rischi per specie protette, spesso indistintamente colpite

"Il territorio campano – dalle valli del Sannio alle colline dell’Irpinia – è ricco di biodiversità e crocevia migratorio. Merita una gestione più attenta e rispettosa. Le conseguenze di una caccia incontrollata si ripercuotono sull’intero ecosistema e sulla qualità della vita delle comunità rurali".

Sicurezza a rischio: escursionisti, agricoltori e attività rurali nel mirino

"La preapertura venatoria, oltre a minacciare la fauna selvatica, rappresenta un serio pericolo per le persone. Essendo ancora in corso la bella stagione, le campagne campane sono frequentate da escursionisti, agricoltori, raccoglitori, ciclisti e famiglie che vivono o visitano le aree rurali. Anche le attività agrituristiche e ricettive sono in piena operatività, e il rischio di incidenti legati all’attività venatoria è concreto.

Se è vero che anche in autunno e inverno si corre pericolo, la maggiore frequentazione delle campagne in estate e a inizio settembre, unita al clima favorevole, rende questa fase particolarmente delicata. I colpi sparati in modo indiscriminato, spesso vicino a sentieri, poderi e strutture agricole, generano paura, disagio e insicurezza tra chi vive il territorio in modo rispettoso e sostenibile".

Un appello alle istituzioni: serve un confronto regionale

"La nostra associazione, insieme a molte altre realtà ambientaliste, chiede con urgenza:

Un rafforzamento immediato della vigilanza venatoria su tutto il territorio regionale
Un monitoraggio costante e trasparente delle attività di caccia
Un confronto pubblico con tutte le associazioni ambientaliste attive in Campania, affinché la gestione venatoria sia frutto di un dialogo partecipato.

La tutela della fauna, della sicurezza e degli equilibri naturali non può essere subordinata agli interessi venatori. Le campagne di Bonito, i comuni limitrofi e il Sannio confinante, come tutto il territorio regionale, meritano rispetto, silenzio e vita".