Avellino, spedizione punitiva nel carcere: sollevate le eccezioni di nullità

Il brutale pestaggio è avvenuto nel marzo del 2022 a Bellizzi Irpino

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Avellino.  

di Paola Iandolo 

Spedizione punitiva nei confronti di un detenuto foggiano nel carcere di Bellizzi Irpino: i legali degli agenti penitenziari coinvolti hanno sollevato l'eccezione di nullità degli atti e di inutilizzabilità  delle intercettazioni. Gli avvocati Gaetano Aufiero e Stefano Vozzella hanno evidenziato che la persona offesa del pestaggio avvenuto nel carcere di Bellizzi dopo le dichiarazioni autoaccusatorie non era stato iscritto nel registro degli indagati con le accuse di corruzione e non era stato sospeso il suo verbale.

La persona offesa aveva raccontato di alcuni episodi e di alcune pressioni fatte dai detenuti affichè facessero entrare in carcere telefonini e sigarette. Per alcuni episodi si era autoaccusata. Procedimento principale quest'ultimo archiviato dal gip. Alla luce di queste irregolarità i legali degli agenti penitenziari U.M., G.I,e L.P. hanno chiesto la nullità degli atti.  Il gip Antomnio Sicuranza si è riservato sulle questioni sollevate. Riserva che scioglierà il 7 gennaio quando arriverà la decisione sulla richiesta di rinvio a giudizio firmata dal pm Antonella Salvatore per tre agenti penitenziari e per i detenuti ritenuti i responsabili dell’aggressione, L.V. di Pago del Vallo di Lauro, G. M., G. R. e A.S.

Drammatico il racconto fornito dalla vittima nella denuncia presentata dopo il pestaggio avvenuto nel marzo del 2022. "Mentre mi picchiavano, gli agenti mi apostrofavano infame". La vittima fin dall’inizio ha puntato il dito contro gli agenti della polizia penitenziaria specificando che quest’ultimi "non solo non hanno fatto nulla per scongiurare l’aggressione, ma hanno anche aperto la porta della mia cella. In particolare uno biondo palestrato che si era avvicinato alla mia cella con la scusa di chiedermi se avevo ancora bisogno della psicologa, ma io risposi che doveva allertare la sorveglianza.

Ma dopo essersi allontanato dalla mia cella, si ripresenta dopo poco, per allontanarsi di nuovo velocemente e dietro lui compare il detenuto dell’altra sezione autorizzato al lavoro, G. M che inizia ad inveire e a gridare “apri la porta”, in lontananza sento la voce di L.V. ed altri che chiedevano di aprire la cella". "Questo alla fine da una mandata al portone e apre la cella dando la possibilità agli altri di entrare e di pestarmi a sangue".

"In un attimo mi circondano, mi accorgo che qualcuno di loro ha anche un pezzo di specchio per tagliarmi la gola e allora mi infilo sotto la branda mentre mi colpiscono con calci e pugni. Intanto ero già stato colpito al volto, rompendomi il naso".