Accade sistematicamente quasi tutti i giorni ormai in centro e non se ne riesce a venire a capo in nessun modo.
La chiamata alla centrale operativa del 118 di Avellino è ormai diventata pane quotidiano per gli operatori, che hanno imparato a memoria quel nome. Lo scenario è sempre lo stesso. Un uomo che si ubriaca, infastidisce automobilisti, passanti, commercianti e come se non bastasse anche i fedeli in chiesa, come accaduto ieri sera nella Basilica Cattedrale.
In Piazza Duomo sono dovuti intervenire prima i carabinieri e successivamente anche gli uomini della Polizia Municipale. L'uomo aveva infastidito una donna di via Covotti e tentato di intrufolarsi in una gioielleria, per cercare come sempre denaro, al fine di acquistare alcolici. Questo il suo unico scopo. Una pattuglia dei carabinieri del nucleo radiomobile intervenuta con immediatezza sul posto, è riuscita tra non poche difficoltà a tranquillizzarlo, allertando il 118.
Ma all'arrivo dell'ambulanza, una scena a dir poco da comica ma nello stesso tempo disgustosa davanti ai nostri occhi. L'uomo che a stento si reggeva in piedi, dinanzi ai sanitari: "E a voi chi vi ha chiamato, chi vi ha detto di venire qui, cosa volete, andate via."
E' ciò che succede in ogni intervento, per non parlare delle difficoltà che si registrano all'interno del Pronto Soccorso, spesso alle prese con codici rossi e situazioni estremamente delicate. L'uomo non ha esitato in più occasioni a creare scompiglio, disagi, minacciando anche gli operatori, in preda ai fumi dell'alcol. E va aggiunto in tutto questo che un'ambulanza del 118 con tanto di medico a bordo rischia anche di ritardare interventi salva vita molto più seri ed importanti, per colpa di chiamate del genere perditempo. E' capitato anche di dover dirottare sul tricolle mezzi di soccorso provenienti da altre sedi.
E' una situazione non più sostenibile ma soprattutto un'offesa agli operatori del soccorso e alle forze dell'ordine, gli unici a fronteggiare questa situazione. Un caso umano, che dovrebbero invece risolvere enti preposti a partire dai servizi sociali con tutti i metodi necessari a disposizione, per evitare conseguenze ancora più gravi sia per la persona in questione che per i cittadini e gli stessi operatori. Un appello viene rivolto anche ai gestori dei bar: "Non dategli più da bere, ma aiutatelo diversamente ad uscire fuori da quella brutta piaga."
Gianni Vigoroso
