Fa violentare la sorellina: assolta una 22enne

Il caso tra Montella e Bagnoli. I giudici hanno accolto le tesi difensive.

La 14enne sarebbe stata violentata dal cognato e da tre clienti. Altre due persone condannate a pene lievi e rimessi in libertà.

Bagnoli Irpino.  

di elleti

Una ragazza è finita sotto processo con una accusa gravissima e infamante. Avrebbe costretto la sorellina 14enne a prostituirsi. Abusi continui. Prima commessi dal marito dell'imputata. E dopo, ripetutamente, da tre clienti. Una storia terribile. Ma che si è conclusa con l'assoluzione dell'imputata dal reato di concorso in violenza sessuale ai danni di minori. E' rimasta in piedi solo un'accusa più lieve: minacce alla sorella per indurla a fornire falsa testimonianza davanti agli inquirenti.

L'episodio si è verificato tra Bagnoli Irpino e Montella. La 22enne è una ragazza rumena, proprio come la sorella. Ma entrambe residenti da tanto in Irpinia.

Sotto accusa sono finiti anche il marito dell'imputata, che sarebbe stato l'autore materiale delle prime violenze carnali. E i tre clienti. Tutti italiani e tutti residenti in zona.

Nei confronti di L.A., la 22enne, il magistrato del pubblico ministero aveva chiesto una condanna esemplare: sei anni e sei mesi di reclusione. Ma i giudici del tribunale di Avellino, presidente Cassano, dopo aver ascoltato l'arringa pronunciata dal difensore, l'avvocato Rolando Iorio, hanno assolto dall'accusa più grave la giovane. Non è stato un verdetto facile. La camera di consiglio si è protratta per oltre sei ore. Ma il caso, evidentemente, si presta a più letture. I magistrati avranno ritenuto non decisive le prove che attestavano una partecipazione piena, o meglio la complicità della 22enne, nelle violenze sessuali perpetrate nei confronti della sorellina.

Nel processo erano coinvolti anche altri due imputati. Dovevano rispondere degli abusi sulla ragazzina. Il piemme aveva chiesto 6 anni di reclusione per il primo e tre anni e quattro mesi per il secondo. Per i due – difesi dagli avvocati Rolando Iorio e Salvatore Rosania - , i giudici hanno riconosciuto il caso di lieve entità, condannandoli a due anni e a un anno e otto mesi, disponendone la rimessione in libertà (si trovavano entrambi agli arresti domiciliari).