Ecco i Wire. Così Avellino può diventare città del rock

Sabato sera l'atteso concerto della storica band inglese. In arrivo da fuori tanti appassionati

Una proposta per trasformare questi eventi in una occasione rilancio economico e sviluppo commerciale e turistico. Ma serve un cambio di passo delle istituzioni. Soprattutto culturale

 

 

di Luciano Trapanese

Ci siamo, manca poco a uno degli eventi rock più attesi in Irpinia negli ultimi anni. Sabato sera, alle 21, nell'Auditorium del Conservatorio Cimarosa, ad Avellino, salirà sul palco una della band più iconiche e importanti di sempre: i Wire. Il gruppo «che ha inventato il post punk prima del punk». Si prevede l'inevitabile sold out. E l'arrivo in città di centinaia di appassionati provenienti da tutta la Campania e da altre regioni del Mezzogiorno. Dopo l'esibizione dei californiani Dream Syndicate (un clamoroso successo), tocca ora ai londinesi, nell'unica data a sud di Roma.

ECCO CHI SONO I WIRE

Il concerto è stato organizzato da “Fitz”, l'associazione culturale di Lello Pulzone e Luca Caserta, che sta portando avanti e da tempo, iniziative importanti e che hanno trasformato, un po' a sorpresa, Avellino in una città rock, almeno in ambito campano. Se non ve ne siete accorti, forse siete stati distratti. O forse siamo stati noi a non aver evidenziato in modo sufficiente il lavoro di “Fitz”. Nel capoluogo irpino sono approdati di recente artisti del calibro di Mick Harvey, l'istrionico Robyn Hitchcock, Lubomyr Melnyck, l'immensa Carla Bozulich, dal Tennessee un gruppo di riferimento dell'alt country, come i Lambchop, Ryley Walker e appunto i Dream Syndicate. Se amate un certo tipo di musica li conoscerete di certo. In caso contrario, vi siete persi qualcosa. E sarebbe saggio rimediare.
C'è un filo sottile che grazie agli organizzatori sta legando questa città di provincia con il rock internazionale. Che impone Avellino al centro dell'attenzione, che ne fa un punto di attrazione per gli appassionati del sud, e non solo.

E' un filo che viene tessuto grazie a sacrifici e passione, ma dovrebbe pure insegnare qualcosa, convincere finalmente, anche le istituzioni, del valore e delle potenzialità che offre una adeguata offerta culturale a questa città e a questa provincia.
Ma per farlo serve un cambio di prospettiva. Abbandonare l'idea vetusta del “costo zero”. La musica e lo spettacolo hanno un prezzo, che può generare un guadagno. In termini economici, certo, ma soprattutto è un investimento per far crescere Avellino, per farla diventare – e sarebbe ora – una “città evento”. Ci sono riuscite altre realtà più piccole. Potrebbe accadere anche qui.
Sul “costo zero” ci spieghiamo meglio. Se il Comune organizza o partecipa alla preparazione di eventi culturali, non deve per questo proporli gratis. Dovrebbe invece strutturarsi come impresa: investire e rientrare. Dando però agli avellinesi la possibilità di assistere a spettacoli importanti e attirando in città migliaia di persone che magari neppure sono mai state in Irpinia.
Forse è meglio fare un esempio. Con 150mila euro (il costo dei concertoni di Ferragosto...), sarebbe possibile, anche affidandosi a persone esperte, organizzare sette concerti al Gesualdo dello stesso livello di quello dei Wire. Concerti a pagamento, quindi. Con biglietti e possibili abbonamenti. Una efficace campagna promozionale garantirebbe il tutto esaurito. Il risultato è facile da intuire: l'investimento rientrerebbe del tutto (il costo zero sarebbe quindi dell'ente), gli avellinesi avrebbero l'opportunità di assistere a esibizioni importanti e – ultimo, ma non ultimo – la città registrerebbe la presenza di migliaia di “turisti dello spettacolo” con vantaggi che è inutile sottolineare.
E' difficile? Non ci sembra. Si aggirerebbe anche l'impasse delle casse comunali vuote.

Ok, stiamo divagando. E sì, purtroppo temiamo che la proposta cadrà nel vuoto. Nel frattempo godiamoci i Wire, oltretutto già sappiamo – ma non possiamo anticiparvi nulla – che sono in programma altri concerti rock. A livello dei Wire, ma forse anche oltre.
Buon rock a tutti.