Il caso Antigone, poesia e filosofia insieme

A colloquio con gli autori

L'angolo della cultura...

Guardia Lombardi.  

Il caso Antigone, poesia e filosofia insieme, l'eroismo di una donna. Sta suscitando molto interesse il nuovo libro di Emanuela Sica e Luigi Anzalone. A colloquio con i due protagonisti, ci immergiamo nel loro racconto...

Emanuela Sica

Immaginate una freccia che percorre un lungo tratto di spazio per conficcarsi nel cuore della Tirannia. Questa è l’emblematica immagine di una ribellione portata sino alla sua più importante esternazione e che ha come personaggi chiave una donna (Antigone, che idealmente scaglia la freccia, consapevole di ciò che sta per fare e delle conseguenze del suo agire) ed un uomo (Creonte, che impersona la figura, non solo simbolica ma concreta, del Tiranno). Tuttavia quando parlo di freccia non intendo l’arma tradizionale ma intendo personificare quell’intima “morale” da cui prende origine un’accesa ribellione contro leggi ingiuste, innaturali. Chiarisco subito che questo libro non vuole né pretende di essere un libro contro l’uomo o, de relato, contro il maschilismo per evidenziare la superiorità della donna. Tutt’altro. Il maschilismo e il femminismo, di per se, si combattono già su altri campi. Antigone si muove sul terreno della dignità, della superiorità della legge naturale. La genesi di questo testo parte da lontano e si riallaccia agli ultimi cinque mesi di questa mia vita, da quando, a causa di un serio problema cerebrale, perdo la vista. Può sembrare strano eppure nonostante il dramma, nonostante il “nero” c’è stato qualcuno che ha “visto” in me una “luce”: parlo del prof. Luigi Anzalone, illustre studioso e filosofo che, a mio modesto avviso, fonde in se i migliori tratti Hegeliani e Socratici insieme. Quando mi ha chiesto di scrivere una “mia” Antigone in prosa, andando a unire il suo lavoro filosofico e di studio che era iniziato da diverso tempo, sono rimasta perplessa. Chi perde la vista, non perde solo la relazione con il mondo esterno ma perde anche buona parte di mondo interiore e ciò che era un tempo. A causa della mia malattia non credevo neanche più di essere in grado di ideare e mettere al mondo la scrittura, così come facevo prima. Non è stato facile “scrivere” Antigone senza scrivere, senza usare gli occhi. Ho fatto ricorso alla voce e, utilizzando il registratore del mio cellulare, sono venuti al mondo i due poemi presenti nel libro: “Elegia per Antigone” e “Quattro atti per la Resurrezione”. In questo libro poesia e filosofia si legano per creare un unicum, particolare e innovativo capace di rivisitare in chiave moderna, e diciamo anche più romantica, la tragedia Sofoclea. Il prof. Anzalone, nella parte filosofica del testo scriverà, come dice lo stesso prof. Giuseppe Cantillo, nella prefazione: “pagine di grande raffinatezza ermeneutica e vis teorica sempre fondate su un rigoroso impianto filologico”. Lo stessoillustre docente di Filosofia Morale all’Università di Napoli, ha evidenziato la colleganza e le affinità del pensiero tra gli autori parlando di una “segreta empatia” per il modo in cui abbiamo tratteggiato il personaggio di Antigone, pur partendo da presupposti diversi e mezzi diversi per raggiungere un unico pensiero, più romantico e probabilmente più vero rispetto ai miti conosciuti. Empatia che nasce dal modo in cui ci relazioniamo nella società, dalla sete di sapere e di cultura che sprona ognuno di noi a fare sempre qualche passo in avanti rispetto a qualcosa che si desidera conoscere profondamente, dal modo di intendere la vita, dal rispetto per l’essere umano, dall’attenzione al più debole, infine per la sintesi dell’idea politica che ci porta a sentirci orfani di Berlinguer e Moro. Antigone porta con se un messaggio importante: la donna, per una essenziale necessità morale, ha il diritto-dovere di riappropriarsi della dignità, del rispetto che le si deve, a prescindere dalla sua condizione di donna ma come essere umano, e prende le mosse da un istinto di ribellione (quello di Antigone) per farne terreno di lotta per quei diritti da dover necessariamente salvaguardare anche rispetto alle ingiustizie di leggi senza umanità. Quando parlo di Antigone penso anche a EmmelinePankhurstalle che ha duramente combattuto per l’ottenimento dei diritti delle donne; penso a Rosa Parks, nota per essere stata la scintilla che fece scattare la protesta di Martin L. King, ponendo l’accento sulla lotta per la discriminazione razziale negli Stati Uniti; penso a Franca Viola che è stata la prima donna italiana a rifiutare il matrimonio riparatore e, non da ultimo, penso a tutte quelle donne che nonostante le minacce e le percosse, hanno il coraggio di denunciare i propri carnefici; a quelle donne che combattono la malavita e la mafia sia indossando una divisa che in abiti civili. Infine nel testo si parla anche della sorellanza tra Antigone e Gesù ma per capirne di più dovrete leggere il libro…

Luigi Anzalone

L'umanità, oggi, sembra avvolta dalle tenebre di una notte così fonda da oscurare il senso umano e il lume della ragione, perduta com'è in una continua erranza, incapace di essere-di casa in un mondo spaesato, risolto nel deserto nichilistico e in paradisi merceologico-consumistici, mentre l'entropia ecologia minaccia la sopravvivenza di ogni forma di vita sul pianeta. Detto altrimenti, l'uomo dei nostri giorni è un Edipo infelice che non sa dare ordine e regola alla sua natura violenta e libidica, creativa e insieme inquietante, ovvero alla sua deinotes, termine greco che contiene in sé la drammatica e polisemica modalità fondamentale con cui l'uomo abita il mondo. Ovviamente, anche quest'uomo, unico tra i viventi, cammina, oltre che nello spazio, nel tempo, ma il suo passo è sempre più claudicante incerto, molto più di quanto la sua contraddittoria natura inconscia ed eslege di per sé comporti. Ecco che quindi, con la sua tragica, luminosa e grande esemplarità di vergine  che non conobbe  il letto di un uomo avendo accettato la condanna a morte per aver reso "gli estremi onori"  al fratello Polinice, che aveva combattuto contro  la sua città,  Antigone può donarci un logos d'amore, familiare e universale insieme, riguardante cioè la famiglia umana, indicandoci anche la libertà come nostra essenza irrinunciabile e, con essa, la dignità e il diritto alla rivolta contro ogni tirannide e un'eucosmia di principi e valori affratellanti e altruistici. Dopo aver analizzato nel volume Edipo. Per una geneaologia dell'umano (2018) la decisiva questione della modalità attraverso cui l'uomo ha preso coscienza di sé, è diventato soggetto, animalrationale, ovvero l'evento metafisico-originario dell'umanità dell'uomo (e la conseguente, lunga e tagica lotta tra matriarcato e patriarcato), ho rivolto la mia attenzione al problema dell'intersoggettività costitutiva dell'essere umano. Non potevo, perciò, non incontrare la mitica eroina e principessa tebana, resa immortale dall'opera di Sofocle che porta il suo nome. A questo punto, dando forma di ricerca associata al nostro lungo dialogo sulla grecità nell'epoca tragica, Emanuela Sica ed io abbiamo deciso di compiere un ardimentoso esperimento di inventio poetica e di ermeneutica filosofica su Antigone. Emanuela Sica, con la sua gotica classicità, ha messo a splendida e felice prova la sua inventio in quanto ritrovamento-creazione di Antigone nella “Elegia per Antigone” e in “Quattro atti per la Resurrezione”. Io ho affrontato il tema-Antigone attraverso le meditazioni di Hegel (specialmente), Heidegger, Magris, Castoriadis. Grazie all'analisi emozional-concettuale della tragicità del conflitto tra lo Stato, e la sua "legge del giorno", per dirla con Hegel, che assicura l'umana convivenza, e la famiglia, e il suo "diritto delle ombre", per dirla ancora con Hegel, che custodisce una pietas che va oltre se stessa, Antigone ci è appara che si stagliasse nella piena luce della sua sapientia e della sua magnitudo, tanto per noi attuali. Il nostro lavoro poetico-filosofico ha trovato sviluppo e coronamento nel magistrale saggio introduttivo del professore Giuseppe Cantillo, docente emerito di Filosofia Morale dell'Ateneo partenopeo, oltre che figura di spicco nel panorama filosofico. Cantillo ha sottolineato anche "la segreta empatia" che ci lega e l'affinità elettiva che è propria di coloro che "trascendono l'opaca indifferenza della vita privata" e si ritrovano nell'universo spirituale ed eletto del puro pensiero pensante e potente. Per dirla in breve, la "nostra" Antigone ci sembra che, sciogliendo forse in parte l'enigma del suo "Caso", si offra ancora meglio nella sua inconfutabile superiorità etico-ontologica. Infatti, dando prova sofferta di un prometeico senso di libertà, di una moralità, che è in primis non-obbedienza a tutto ciò che la contraddice, dimostra, con Socrate, che l'universale morale si coglie attraverso il trascendimento anche estremo dell'individuo e, con Gesù, di cui è ideale sorella, fa sì che l'amore, la Philia, si elevi all'altezza di un'etica universale.