Le streghe in Irpinia. Ecco riti, luoghi e ricette magiche

Leggende Campane: partiamo dalla tradizione di Altavilla Irpina. Riti, misteri e ricette

Una storia antichissima che si lega con il culto di San Giovanni e il mistero dei Druidi.

Altavilla Irpina.  

Viaggeremo fra le leggende della tradizione campana, lasciandoci incantare da misteri antichissimi conservati in ogni paese.

ALTAVILLA E IL PONTE DELLE STREGHE

Partiamo da Altavilla Irpina, e da un ponte, magico e maledetto, quello dei “Santi” che, in corrispondenza dello “stretto della barba”, si interseca con una strada, oggi statale 88,che si snoda fra il territorio irpino e Benevento. Si dice che proprio in questa zona sorga fin dall'inizio dei tempi l'imponente noce magico, intorno al quale in alcune notti dell'anno, si danno appuntamento le streghe di tutto il mondo. Un albero che ancora oggi è possibile ammirare e dove l'antica tradizione rivive fra la notte del 24 e 25 giugno.

Ma le contrade e le campagne intorno si confrontavano con le streghe durante tutto l'anno. Le storie popolari narrano di donne che di notte si recavano per le stalle ad intrecciare il crine dei cavalli. Spesso tramutandosi in animali. Un segno infausto che i contadini conoscevano bene. Il possessore dei cavalli con la criniera intrecciata era stato maledetto e su di lui pendeva un sortilegio da far sciogliere spesso dal prete di paese.

RICETTE CONTRO I SORTILEGI

Gli altavillesi si erano attrezzati per difendersi dalle megere. Particolarmente utilizzata era la tecnica della scopa di saggina, che si metteva all'ingresso dell'abitazione. La strega che voleva accedere in casa, si fermava a contare le centinaia di rametti che componevano la parte utilizzata per spazzare. Spesso, perdendo il conto, ricominciavano daccapo. Fin quando il sole sorgeva e la strega era costretta alla fuga. Il punto debole delle streghe era rappresentato dai loro capelli, per immobilizzarle infatti era sufficiente afferrarli.

Ma le streghe non erano solo maligne. Essendo esseri sovrannaturali, dotati di poteri come la preveggenza, non era raro che in tanti si rivolgessero a loro per chiedere aiuto stipulando un contratto. Si dice che nella notte di San Giovanni, le streghe buone sciogliessero del piombo fuso al chiaro di luna per leggere il futuro. Le giovani donne in cerca di marito potevano così conoscere la sorte che le attendeva.

SAN GIOVANNI E QUEL NOCE

San Giovanni è legato alle streghe. Il santo è infatti stato ucciso per volere di Salomè che lo fece decapitare ed è spesso identificata come una delle prime streghe della Storia. Costretta per punizione a vagare in aria per l'eternità. Sospinta dal vento che fuoriesce dalla bocca del santo. Questa è una delle spiegazione che le vuole le streghe come esseri in grado di volare.

Profondo è il rapporto che le streghe hanno con le forze della natura che spesso sono in grado di controllare e piegare al proprio volere. Un potere che deriverebbe loro dallo stesso belzebù che intorno al noce, secondo la leggenda, realizzava il suo Sabba. Una notte in cui streghe e demoni banchettavano e poi si univano in riti orgiastici. Chiunque fosse incappato in questo rito, aveva come unica possibilità per sfuggire il malocchio, utilizzare le erbe di San Giovanni. Il ribes, la verbena, l'iperico e l'immancabile aglio. Efficace contro tutti i demoni, inclusi i vampiri.

Il rapporto fra noce e magia è molto antico. Risalirebbe addirittura ai celti e ai riti dei druidi. Questa pianta rappresentava la fortezza nella quale le streghe, o meglio il loro spirito, si rifugiava quando erano in pericolo e quando dovevano essere bruciate. Per questo il rogo doveva avvenire lontano dalle foreste. Altrimenti lo spirito sopravvissuto, secondo la leggenda, avrebbe poi potuto reincarnarsi, anche secoli dopo, spesso nel corpo di una fanciulla vergine.

Ma le noci avevano anche una funzione propiziatrice così come la notte di San Giovanni. Quando, le donne che volevano avere un bambino, erano solite accovacciarsi sull'erba bagnata di magica rugiada, proprio nelle vicinanze dell'albero.

LA RICETTA DEL NOCINO IN 5 MOSSE

Successivamente gli altavillesi hanno trasformato la notte fra il 24 e il 25 giugno in un rito imperdibile. Al calare delle tenebre, le giovani con in mano un paniere si recano nel bosco per raccogliere le noci da utilizzare nella preparazione del nocino, liquore di origine antichissima.

Fonte (“La storia di Altavilla” dalla quale la ricetta in basso è ripresa integralmente”)


Come preparare il Nocino, il liquore delle streghe che fa digerire.

Ingredienti

39 noci raccolte la Notte di San Giovanni
1 litro d'alcool per liquori a 90°, 600 gr. di zucchero
3 pezzetti di cannella, 6 chiodi di garofano, 1 limone.

Preparazione

1) Prendete le noci e con un panno umido strofinatele per pulirle, lasciatele asciugare;

2) con un coltello affilato tagliatele in quattro spicchi e mettetele in un vaso con chiusura ermetica, gia contenente l'alcool, unite la cannella, i chiodi di garofano e un pezzetto di scorza di limone;

3) Chiudete il vaso, pieno a metà, mettetelo al sole per cinque settimane; agitatelo due volte a settimana, trascorso il tempo, versate lo zucchero nel vaso, richiudete e agitate;

4) Rimettetelo al sole per altre due settimane e agitatelo almeno una volta al giorno, trascorso anche questo tempo, filtrate il liquore e mettetelo in una bottiglia pulita e asciutta evitando di riempirla fino all'orlo; 

5) Tappatela in maniera ermetica e scriveteci la data dell'imbottigliamento, ponetela, quindi in un luogo asciutto e buio. Resterà lì per almeno tre mesi, il nocino sarà pronto quando, guardando in controluce la bottiglia, il colore non sarà più verdastro ma marrone

Andrea Fantucchio