Filiera del vino: patto tra imprese e istituzioni

La sfida è sulla cooperazione ma il traguardo non è vicino

Castelfranci, Di Marzo: fronte comune per difendere e valorizzare il territorio

Castelfranci.  

Il vino come straordinaria risorsa e veicolo di promozione del territorio, a condizione che gli attori della filiera irpina facciano rete e sistema per la crescita del settore e dell’economia provinciale. Tutti d’accordo sul percorso da intraprendere al convegno dal titolo “Aglianico: passato, presente e futuro”, organizzato dall’amministrazione comunale di Castelfranci e il Consorzio di Tutela dei vini d’Irpinia, dove si sono ritrovati rappresentanti delle istituzioni, produttori e giornalisti di settore. I relatori, sollecitati da Gerardo Perillo, coordinatore Sud Fisar (Federazione Italiana Sommelier Albergatori Ristoratori), hanno auspicato l’avvio di una stagione di confronto e collaborazione su obiettivi comuni e condivisi.

“Le nostre comunità hanno patrimoni importanti, troppo spesso sottovalutati. E’ il momento di uscire dai soliti schemi ed iniziare a collaborare proficuamente”, osserva il sindaco di Castelfranci Generoso Cresta che invita i produttori vitivinicoli “a guardare e puntare più in alto. Nelle nostra comunità lo spirito cooperativistico è in costante aumento, un segnale importante che lascia ben sperare per il futuro”.Poi annuncia la nuova sfida in cantiere. “Vogliamo ridare centralità al nostro storico palazzo Palmieri che ospiterà l’Accademia internazionale del vino. E’ un progetto al quale stiamo lavorando con diversi operatori impegnati nei settori vitivinicolo e turistico”.Francesco Raffaele, delegatoAgricoltura del comune di Castelfranci, rimarca come “rispetto al passato c’è una maggiore attenzione verso il lavoro in vigna e l’agricoltura più in generale: è un segnale di attenzione delle nuove generazioni che apre nuove prospettive per il futuro anche in una piccola comunità come la nostra”.

Poi parola ai produttori irpini, impegnati tutti i giorni per la crescita di uno dei settori di riferimento della nostra provincia. Per il presidente del Consorzio di Tutela dei Vini d’Irpinia Stefano di Marzo la priorità “è legare i nostri brand al territorio di provenienza. Per il Chianti è così, per la nostra Irpinia e i suoi grandi vini non ancora. Un obiettivo possibile se difendiamo tutti insieme il territorio: la filiera del vino esiste grazie al nostro straordinario patrimonio ambientale, non dimentichiamolo”. Di Marzo lancia poi un appello all’unità a tutte le aziende della provincia. “L’Irpinia è un territorio frammentato in centinaio di aziende che hanno il dovere di confrontarsi e pensare in sintonia. Il consorzio di tutela è la casa di tutti, ma serve una visione condivisa per immaginare un nuovo percorso di sviluppo dell’Irpinia”. Il consigliere del Consorzio Piero Mastroberardino sottolinea come “la filiera del vino ha bisogno della voce e del contributo di chi lavora tutti i giorni nel settore. Il nostro Consorzio deve operare anche per sollecitare la giusta integrazione tra attività produttive e politiche di tutela del territorio.

La sfida è sulla cooperazione ma il traguardo non è vicino: basti pensare che in provincia operano 200 cantine e non un unico consorzio con duecento soci, come pure sarebbe stato possibile. Per continuare a parlare di vino in Irpinia non dobbiamo mai perdere di vista il valore di quello che facciamo e produciamo ogni giorno. Attenzione a svilire le nostre produzioni, a svendere un prodotto che resta straordinario: la corsa al ribasso penalizza la qualità del nostro vino e del nostro territorio”.

Pronta a sostenere la filiera del vino la Provincia di Avellino. “E’ una nostra eccellenza – precisa il vice presidente Girolamo Giaquinto – sulla quale puntiamo, come dimostra il nostro impegno nei poli formativi e nella facoltà di Enologia, dove pure ci siamo trovati a fronteggiare un contenzioso sulla proprietà di un immobile. Mi sembra paradossale che non si voglia superare quest’impasse per un obiettivo più ambizioso, più importante”. 

Redazione Av