Grottaminarda: ritorna la via crucis vivente in paese, oltre 70 i figuranti

I riti della passione e morte di Cristo in Irpinia

grottaminarda ritorna la via crucis vivente in paese oltre 70 i figuranti

Un patrimonio di costumi arricchito negli anni e gelosamente custodito da Elia Flammia...

Grottaminarda.  

Domani, sabato 1° aprile, a Grottaminarda si svolgerà la tradizionale "Via Crucis Vivente" a cura della Parrocchia di Santa Maria Maggiore, della pubblica assistenza Grottaminarda, della Proloco Grottaminarda Aps e con il patrocinio del Comune di Grottaminarda. 

La rappresentazione anche recitata della passione, morte e resurrezione di Cristo inizierà alla 18:00 nei pressi dell'antica Stazione di Posta, per proseguire lungo tutto Corso Vittorio Veneto con varie soste e terminare, con il Calvario, presso la Cappella dell'Immacolata.

Tra attori e figuranti coinvolgerà circa 70 persone in abiti dell'epoca, un patrimonio di costumi arricchito negli anni e gelosamente custodito da Elia Flammia.

La prima edizione della suggestiva "Via Crucis Vivente" si tenne nel 1982 in occasione della festa della Croce del 3 maggio. Ci fu una seconda edizione nel 1983, ma poi per vari motivi venne sospesa. Riprese nel 2003 quando l'evento venne collegato ai riti della Settimana Santa. Da allora la tradizione è stata portata avanti ogni sabato precedente la Domenica delle Palme, con una certa costanza in un crescendo di partecipazione. Poi la pandemia ha inevitabilmente interrotto la continuità dell'evento. Dunque questa ventesima edizione assume un significato ulteriore insieme al toccante e sentito racconto religioso. 

«Quando si perde la continuità di un'iniziativa è sempre difficile riportarla in auge  – afferma l'Assessora delegata agli Eventi ed alla Promozione delle attività culturali, Marilisa Grillo  - Dunque il plauso dell'Amministrazione per l'impegno a tutti gli organizzatori nel ridare, letteralmente, vita alla "Via Crucis Vivente". 

Come sottolineato già in altre occasioni è importante preservare e riprendere tutte le nostre tradizioni, appartengono al nostro bagaglio culturale, ci rappresentano, ci identificano e sono un momento di aggregazione e di unione in questo caso anche nel segno della fede».