Revoca della procedura e richiesta di convocazione di un tavolo urgente in prefettura ad Avellino e a Napoli con tutte le istituzioni preposte, forze sindacali, presidente della comunità montana Ufita e regione Campania.
E' questa la decisione presa al termine di una mattinata di protesta pacifica da parte degli operai e di un confronto nella sede dell'ente montano di via Fontanangelica in località Cardito ad Ariano Irpino.
Pomo della discordia: la stabilizzazione con contratti part time di cinque ore giornaliere che prevedono un taglio dello stipendio del 40%. Un contratto che non rispetterebbe gli impegni assunti a livello regionale. Presenti all'incontro i sindaci di Ariano Irpino, Montecalvo Irpino, Castel Baronia e Greci. A rappresentare il comune di Villanova del Battista un delegato dell'ente. Assenti gli altri comuni. E' in corso la stesura di un documento congiunto.
Così un operaio della Baronia nel corso della riunione a cui ha preso parte la delegazione: "Mi sento un fallito, mia figlia non può neppure studiare. E le bollette che intanto arrivano. Diventa davvero impossibile per noi famiglie, vivere in questa situazione di incertezza totale".
Tutto si è svolto in maniera pacifica dentro e fuori la sede dell'ente. Presenti polizia e carabinieri. Servizo d'ordine coordinato dal vice questore Giulio Masini in qualità di responsabile dell'ordine pubblico.
Ecco l'esito finale dell'incontro nelle parole del presidente Raffaele Fabiano: "E' una trattativa lunga e complessa. La proceduta posta in essere è frutto ed è figlia della legge regionale che ci ha imposto il limite del tetto di spesa, del costo del personale al 31.12. 2023. Il paradosso è che questa comunità montana avrebbe addirittura ulteriori risorse da destinare alla stabilizzazione. Sempre a tempo indeterminato ma con un part time orizzontale e una percentuale assolutamente maggiore.
Oggi andiamo a sospendere questa procedura. L'intesa con le organizzazioni sindacali, che ovviamente ringrazio, al di là di alcune polemiche che non meritavo, ma è questo il gioco delle parti, è quella di sospendere la procedura e andarcene in regione a chiedere una soluzione rispetto a questo tetto di spesa.
E' un tetto di spesa che questa la comunità montana, come pure le altre, avrebbero l'obbligo di rispettare fino al 2030. Andiamo a step cerchiamo di capire per il 2025 e 2026 la dotazione finanziaria che abbiamo e cerchiamo di risolvere il problema e di dare a questo ente una stabilizzazione full time e andiamo avanti".
Così Antonio De Lillo, segretario territoriale della Uila: "A seguito della dichiarazione dello stato di agitazione ed auto convocazione di circa 150 lavoratori, si è provveduto, in primis alla revoca dei contratti part-time predisposti dall’ente e poi alla stesura di un documento congiunto per chiedere l’attivazione urgente del tavolo di partenariato in regione Campania, con la presenza di tutti gli attori in campo, ovvero comunità montana , le organizzazioni sindacali di Fai-Flai-Uila territoriali e regionali per mettere fine definitivamente al precariato che da troppi anni affligge 172 lavoratori".
