"È il paradosso più crudele: la sera in cui si parla di casa, famiglia, dignità… e invece in tanti comuni si vive con la paura di restare a secco. E allora, oggi, niente retorica". Così il comitato Uniamoci per l'acqua.
1) L'acqua non è un "disagio": è un diritto
Quando manca per ore o per giorni, non è sfortuna. È il risultato di scelte (o non-scelte) fatte per anni: condotte marce, perdite enormi, manutenzione ridotta a emergenza.
2) Non accettiamo la favola del "dobbiamo pagare noi"
Se aumentano le bollette per coprire buchi e debiti, mentre gli investimenti veri restano insufficienti, questa non è “salvezza”: è scaricare il costo del fallimento sui cittadini.
3) I sindaci non possono fare gli spettatori
I Comuni sono soci del gestore. Quindi basta con i comunicati “solidali”: servono atti, voti, presa di posizione pubblica e trasparente. Nomi e cognomi. Chi ha approvato cosa? Chi ha taciuto? Chi ha cambiato idea solo dopo?
4) La politica a Natale fa gli auguri. Noi facciamo una domanda semplice
Dov’erano, quando servivano scelte coraggiose? Dov’erano quando si doveva pretendere un piano serio, soldi veri, tempi certi, priorità pubbliche?
5) La nostra linea è chiara: acqua pubblica, investimenti e controllo pubblico
E nessun “cavallo di Troia”: niente privatizzazioni mascherate, niente scorciatoie che trasformano un diritto in un affare.
Oggi è la vigilia. E la vigilia, da noi, dovrebbe significare una cosa sola: che domani non si resta a secco.
A chi governa i comuni e a chi decide nei palazzi diciamo: basta scaricare, basta rinviare, basta propaganda. L’Irpinia non chiede favori: pretende rispetto".
