Stangata su rifiuti e asili nido, Anzalone attacca Foti

Il candidato sindaco accusa: basta colpi di mano da chi deve lasciare il Palazzo

Avellino.  

“Per prassi pluridecennale consolidata, dettata da un elementare senso di correttezza istituzionale, le Amministrazioni a fine mandato – di qualsiasi tipo o colore politico, specie se elettive – si limitano al disbrigo degli affari correnti, a meno che eventi eccezionali, per lo più calamitosi, non richiedano qualche particolare intervento d’urgenza. Suscita, perciò, perlomeno disagio e sorpresa comprendere perché un’Amministrazione, come quella di Avellino, a qualche mese dal rinnovo del Consiglio comunale e dall’elezione del nuovo Sindaco, assuma provvedimenti che, per la loro vistosa rilevanza economica e sociale, non essendo peraltro resi indifferibili da nessuna urgenza, dovevano essere demandati a coloro che, saranno chiamati dal popolo sovrano di Avellino a governare la città". E' l'atto di accusa che Luigi Anzalone, in campo come candidato sindaco, firma contro il sindaco Foti. E chiarisce: "Com’è facile intuire, stiamo parlando innanzitutto dell’aumento spropositato della retta degli asili-nido e della mensa scolastica e del prezzo per l’utilizzo degli impianti sportivi. Ci riferiamo anche all’aumento della tassa per la nettezza urbana nientemeno che del 40% per i commercianti e del 10% per i cittadini di Avellino. Questo, per non parlare – si fa per dire – delle bollette dell’acqua, le più salate della Campania, nonostante che l’Irpinia, grazie alle sue sorgenti, disseti mezza Italia meridionale. Si resta poi sconcertati, persino addolorati, nel dover constatare il Teatro Comunale, la nostra più bella e splendida struttura architettonica cultural-artistica di Avellino, sia stata ceduta, quanto alla gestione, a una cooperativa teatrale napoletana". "Che la situazione finanziaria del Teatro non lo richiedesse, non sono io – si badi bene – a dirlo, - aggiunge Anzalone - ma lo scrive chi, per incarico del Sindaco e della Giunta, ne ha redatto il rendiconto delle entrate e delle uscite, sottolineando che non era affatto preoccupante. Quel che però è assolutamente inaccettabile è la ventilata ipotesi di una transazione dell’Amministrazione con l’Alto Calore, che deve al nostro Comune alcuni milioni di euro. E’ nota a tutti la fallimentare catastrofe debitoria (130 milioni di euro di deficit) dell’Ente, come sono noti coloro che l’hanno provocata. Ma proprio un tale triste dato di fatto sconsiglia dal compiere ulteriori colpi di mano”.