«Il programma di Ciampi? Tutto copiato. Ecco dove»

Consiglio comunale in corso. Giordano: il sindaco ha copincollato da 5, 6 comuni.

La sfiducia dovrebbe essere presentata in novembre. Il ritorno alle urne nel prossimo aprile.

Niente sfiducia, nessuna dimissione di Ciampi. Almeno per oggi e con il consiglio comunale ancora in corso. Decisiva la posizione del gruppo Pd che preferisce andare avanti fino alle Provinciali del 31 ottobre. Solo dopo, nei primi giorni di novembre, e appena si tornerà in aula, sarà presentata e votata la mozione di sfiducia.

Ciampi ha letto le linee programmatiche del suo esecutivo e subito è iniziato il dibattito. La Lega (Genovese e Morano, che ha aderito al partito di Salvini), dovrebbero votare a favore. Forza Italia si asterrà, queste almeno le indicazioni. Così sembra orientato a fare anche Luongo (che aveva aderito all'appello del sindaco per scrivere insieme il programma). Voteranno no tutti gli altri: Popolari, Pd, gli eletti nelle altre liste che hanno sostenuto la candidatura di Nello Pizza e Nadia Arace. Molti di loro erano anche pronti, già domani, ad andare dal notaio per formalizzare le dimissioni. Ma senza il Pd, la loro azione non avrebbe effetti.

Nonostante la probabile “bocciatura” delle linee, il sindaco – così trapela – non dovrebbe rassegnare le dimissioni.

Questo lo scenario. Si escluderebbero colpi di scena. Ma dopo questi turbolenti tre mesi nulla può essere garantito.

La notizia certa è la posizione del Partito Democratico, che ha scelto di attendere le elezioni Provinciali prima di staccare la spina al governo 5Stelle.

Si dovrebbe poi tornare al voto in primavera, quando si aprirà la prima finestra utile per le nuove amministrative.

Sullo sfondo le questioni relative al bilancio consuntivo. Se fosse accertato un debito molto superiore ai venti milioni, non si potrebbe escludere un epilogo diverso: il dissesto finanziario.

Il sindaco Ciampi ha letto il programma. Si è dilungato per più di un'ora. Poi è iniziata la discussione.

Ad aprirla il consigliere Leonardo Festa che ritiene «l'elaborato un mero esercizio di scrittura. Non sono definite le risorse umane e finanziarie necessarie, si dice cosa e non come. E neppure quando». Ha proseguito: «Parlate di snellimento della macchina amministrativa: significa che licenziate i dipendenti? Parlate di democrazia diretta dopo aver parlato di demagogia diretta. Dire che il popolo lo vuole è come dire ce lo chiede l’Europa, il popolo non esiste è un qualcosa di astratto. Non potete rappresentare il tutto in nome di una parte. Mi auguro – ha concluso - che venga dichiarato il dissesto, così potremo capire cosa si può fare per la città».

Laura Nargi (Pd), ha invece dichiarato «Continuate ad autolegittimarvi in maniera sovversiva, vi vestite da pompieri ma state bruciando questa città dalle fondamenta. State alimentando solo un clima di odio. Basterebbe questo a motivare un “no” secco: linee programmatiche generiche, non strutturate e non aderenti alla realtà locale, basate su una visione propagandistica e non politica». Si è soffermata poi a lungo sulla questione Eliseo, non risparmiando critiche all'assessore Mancusi.

Per Carmine Montanile «La politica cittadina con l’arrivo degli analfabeti della politica ha perso la sua dimensione, sostituita da offese e ricatti. Dobbiamo riportare la politica in primo piano. Il Sindaco scenda dalla sua nuvola di ideologia, la finisca con i deliri di onnipotenza. Mi auguro che questa sera ragga le sue conclusioni. Dico ai miei colleghi del Pd di mandare a casa queste persone prima che sia troppo tardi».

Il capogruppo dei 5Stelle, Antonio Aquino si aspettava «un dibattito che entrasse nel merito delle linee programmatiche». E invece niente. «Ma se vogliamo entrare – aggiunto prima di confermare il suo voto positivo - nel concreto dovremmo parlare di 63 milioni di euro di debiti».

Durissimo l'intervento del consigliere Nicola Giordano, che ha definito l'elaborato di Ciampi un programmetto. «Se fosse possibile – ha aggiunto – cancellerei tutto quello che ha scritto il sindaco». Fornendo poi un lungo elenco di copia e incolla di tutto il programma (e non quindi solo dell'introduzione): «Sindaco, ha copiato pure il capitolo sulla democrazia diretta, dal regolamento del Comune di Avegno, provincia di Genova. Le politiche culturali sono copiate dal sindaco di Torino, altre parti dal sindaco di Chieti». E non è finita: «Avete copiato il programma delle attività produttive dalle linee programmatiche del Sindaco di Vieste datate 2006. Lo stesso valer per l’Urbanistica, per lo Sport. Avete copiato male ed incollato peggio, anche lo slogan della sua campagna elettorale è copiato dal sindaco di Latina eletto nel 2017». Per Giordano un furibondo copia e incolla.

Per Nadia Arace siamo punto e a capo, dopo dieci giorni. «Ci ritroviamo a sbattere contro gli stessi limiti. Il sindaco propone un documento incompleto, senza soluzioni né tempi e che, quindi, è inadeguato allo scopo. Ciampi ha ritirato le sue linee programmatiche con un tentativo furbo per raccattare consensi a caso.Ora l’imbarazzo è grande, mi auguro che i consiglieri dialoganti ci spieghino i loro contenuti».