Montoro, è scontro politico sulla nuova cartiera

La questione ambientale entra prepotentemente nella campagna per le amministative

Sinistra Italiana e Montoro Bene Comune si oppongono fermamente alla costruzione dell'insediamento sostenuto dal sindaco Bianchino. Siniscalchi: "Inquina ed è uno spreco di denaro pubblico, perché non porterà posti di lavoro"

Montoro.  

La questione ambientale entra prepotentemente nella campagna elettorale per le amministrive a Montoro e divide il centrosinistra. Due visioni diametralmente opposte che si scontrano in realtà su un unico oggetto: la realizzazione di una grande cartiera all'interno dell'area Pip.

I lavori procedono da diversi mesi. Il prossimo 28 marzo si riunirà la conferenza dei servizi convocata dalla Regione Campania per il rilascio dell'autorizzazione integrata ambientale. Il complesso produttivo che sta sorgendo a Montoro è finanziato con un contratto di sviluppo del Mise per poco più di 46 milioni di euro dicui 14 a fondo perduto.

Per il sindaco di Montoro, Mario Bianchino, pronto a ricandidarsi alle prossime amministrative, quel progetto rappresenta una grande occasione per il territorio. La Cartiera infatti si configura come l'investimento più importanre all'interno dell'area Pip dove sono previsti altri 20 insediamenti produttivi, e per il sindaco uscente questo significa occupazione e sviluppo. Si prevedono almeno 90 posti di lavoro.

Secondo gli esponenti montoresi di Sinistra Italiana e Montoro bene Comune invece quei 90 posti sono un miraggio.

“Chi lo sosterrà nelle prossime settimane mente sapendo di mentire” scrive Renato Siniscalchi che insieme ai colleghi annunciano una forte opposizione in sede di conferenza dei servizi contro la Cartiera e spiegano perché:

“Poiché da anni stiamo seguendo la vicenda , ci preme sottolineare le ragioni della nostra contrarietà ad un intervento che riteniamo particolarmente invasivo quanto ad impatto ambientale su un territorio già martoriato da problematiche annose e notorie, nonché inopportuno per l’enorme sproporzione tra i danni (certi) provocati e i benefici (presunti), tanto più che l’investimento è finanziato da un enorme flusso di denaro pubblico”.
“I 90 posti sono un miraggio , in quanto nelle schede del Contratto di Sviluppo presentate al MISE essi sono riferiti all’intera azienda , che ha altri stabilimenti a Maiori e Montoro frazione S.Bartolomeo; inoltre si parla di occupazione salvaguardata/aggiuntiva , quindi non necessariamente nuova. Se poi si leggono i documenti si scopre che nell’impianto in costruzione è previsto al massimo l’impiego di una quindicina di lavoratori”.

Ma non è questo il motivo principale della loro opposizione, aggiungono gli esponenti di Sinistra Italiana e Montoro Bene comune. Il problema principale era e resta l'inquinamento della Solofrana che concorre a fare del Sarno il fiume più inquinato d'Europa.

L'intera area su cui sta venendo su la grande cartiera è già caratterizzata da un fragilissimo equilibrio idro-geologico. Senza considerare che gli stessi territori sono già stati interessati dall'inquinamento dei pozzi e delle falde con tetracloroetilene, episodi su cui ancora oggi – ricorda Siniscalchi – non è stata fatta ancora chiarezza e di cui non si conoscono cause e dimensioni essendo ancora in attesa del piano di caratterizzazione.

“Ora, in questo contesto, non ci pare particolarmente lungimirante autorizzare un mega impianto come quello”. Impianto che consuma 100mila metri quadri di suolo, “mentre nella vicina area di Solofra vi sono impianti e zone ampiamente sottoutilizzate per la crisi del settore conciario (altro che logica di distretto industriale !) - aggiunge Siniscalchi - Un fabbisogno idrico di 470mila metri cubi all’anno, pari al consumo medio di 4mila abitanti circa, questo senza il supporto di alcun bilancio delle risorse idriche, in soldoni senza sapere bene se la falda possa sopportare un tale prelievo senza danni irreversibili all’ecosistema. 360mila metri cubi annui di acque reflue dalla produzione, che non si sa bene ancora se andranno nel depuratore (la Cogei ha già detto che non riesce a smaltire una tale mole) o nel torrente già disastrato, privo di sponde ed alveo in larghi tratti, con le conseguenze che potete immaginare”.

“Se poi aggiungiamo che l’attività in questione non ha nessuna coerenza con la vocazione terziaria , artigianale ed agricola del montorese , nessuna ricaduta occupazionale in termini di indotto, capite bene che una programmazione urbanistica ed economica , foraggiata da ingenti fondi pubblici , poteva avere ben altre destinazioni e ben maggiori benefici per il territorio – continua Siniscalchi - In realtà è proprio la politica che ha fallito, per cui a ben guardare, la vicenda dell’insediamento della Cartiera fotografa meglio di ogni altra analisi socio-economica lo stato di asfissia democratica (tanto per dirne una, questo progetto che rappresenta il più grande investimento privato della storia montorese non è passato neppure un giorno in consiglio comunale!), di vuoto programmatico, di vandalismo ambientale, di negazione della politica che si sono affermati a Montoro da alcuni anni. La Cartiera è la resa della Pubblica Amministrazione al mercimonio della terra; i Comuni hanno come principale funzione e responsabilità la gestione e la cura del territorio. In questo caso la giunta Bianchino si è spogliata delle proprie prerogative per trasferire , con una convenzione, a una società privata l’uso e il consumo irreversibile di una fetta di territorio per di più grazie ad un’cospicuo flusso di denaro dei cittadini”.