Sales: "E' ora di mettersi alle spalle il sistema De Luca"

L'ex sottosegretario e docente di storia delle mafie ad Avellino incontra studenti e docenti

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"La camorra non attecchisce dove c'è povertà, ma grazie all'opacità del sistema economico. In Irpinia corruzione e clientela hanno fatto da sponda alle mafie". E sulle regionali è perentorio: "Bisogna superare un potere familiare che dura da 25 anni"

Avellino.  

Povertà e mancanza di istruzione non hanno ruoli determinanti nella diffusione della criminalità organizzata. E’ l’opacità del sistema economico che fa attecchire le mafie. La loro espansione al nord ci dice che dobbiamo mettere in discussione tutto ciò che abbiamo detto negli anni precedenti, e cioè che le mafie erano caratteristica precipua del sud, che avevano a che fare con la cultura o la razza meridionale e tante di queste sciocchezze. Le mafie hanno fatta piazza pulita delle teorie culturaliste”.

Comincia così Isaia Sales, scardinando il pensiero comune fondato sull’idea che la camorra si insedi laddove si verificano condizioni sfavorevoli, disoccupazione e scarso senso civico, poca partecipazione alla vita democratica. Ai docenti e agli studenti intervenuti per la sua lezione al liceo scientifico Mancini di Avellino, lo scrittore e docente di storia delle mafie, ha offerto una prospettiva nuova sul fenomeno criminale.

Isaia Sales è tornato in Irpinia nell’ambito del ciclo di incontri organizzato da “Totalife Onlus”. L’associazione, in sinergia con l’Università Luiss Guido Carli e la sezione di SFI Società Filosofica Italiana, ha promosso l’iniziativa.

Abbiamo colto l’occasione per rivolgergli qualche domanda, partendo proprio dal concetto di “opacità economica”.

Lei sostiene che la camorra e le mafie si infiltrano di più laddove il sistema economico è più opaco. Cosa intende?

Per i profitti si pensa che le regole, le leggi, la morale  siano in qualche modo inutili o indifferenti. Economia opaca è quella che non si sottopone alla legge, si sottrae alle regole e ritiene che il profitto venga prima della collettività, prima dello Stato, prima degli interessi collettivi. Quindi, da questo punto di vista sostengo che l’espansione delle mafie al nord corrisponda in questo momento a delle opportunità che la mafia ha trovato nell’economia del nord, opportunità di investire i propri capitali senza subire le conseguenze

Quindi vuole dire che al sud la camorra ha meno interessi?

Un tempo si pensava che le mafie potessero avere più spazio in società arretrate economicamente  dove esisteva un tasso di senso civico e partecipazione alla vita democratica molto bassi. Ma questo rappresenta terreno fertile solo per trovare manovalanza. Oggi le mafie hanno colonizzato e si sono radicate in territori dove c’è alto senso civico, grande partecipazione democratica ed economicamente sono più sviluppate. In territori dove c’erano le signorie, i comuni. Credo dunque che la forte pervasività delle mafie al nord debba mettere in discussione tutto ciò che abbiamo detto negli anni precedenti”.

La provincia di Avellino nell’ultimo anno è stata interessata da alcune importanti inchieste giudiziarie che hanno messo in luce un sistema criminale diffuso, che ha pervaso anche la pubblica amministrazione. Crede che ci sia ancora differenza tra camorra di provincia e camorra di città, o piuttosto non abbiamo assistito a un salto di qualità che ha in qualche modo omogeneizzato l’azione criminale sul territorio campano?

Storicamente la provincia di Avellino non ha avuto insediamenti camorristici consistenti. Fino agli anni 80. Il terremoto ha cambiato la storia dell’Irpina e ha dimostrato che le camorre e le mafie possono insediarsi anche in territori non storicamente interessati.  Poiché le mafie e le camorre si muovono sulla base delle opportunità di investire i loro capitali, in questa terra da quel momento hanno trovato delle occasioni per poter esercitare la loro attività. La camorra non è una caratteristica esclusiva di Napoli città. Le camorre seguono i soldi. Non solo. Qui la corruzione e la clientela è come se abbia fatto da sponda alla presenza mafiosa. In Irpinia bisogna considerare molto, oltre le opportunità di mercato, anche il fatto che qui il sistema clientelare ed affaristico ha aperto le porte al sistema mafioso. Quando c’è una discrezionalità totale nell’assegnazione di appalti e benefici, arrivano i mafiosi. La provincia di Avellino si è dimostrata da questo punto di vista molto permeabile, perché  molto interessata dal sistema clientelare. Poi il controllo delle aste giudiziarie è una caratteristica storica della camorra napoletana e casertana. Ed è significativo vedere come un meccanismo molto in voga nella seconda metà dell’800 a Napoli sia arrivato ai tempi nostri in Irpinia. Il controllo delle aste era una prerogativa dei clan di Napoli città e della provincia di Caserta. Se lo fanno qui è perché hanno trovato nuovo terreno fertile".

Lei è stato deputato del Partito Democratico e sottosegretario al tesoro nel governo Prodi. Ex dirigente nazionale dei Ds, è stato anche consigliere economico del presidente della regione salvo poi lasciare l’incarico nel 2008 per dissensi con il presidente Bassolino. Oggi la Campania è alla vigilia di un'altra tornata elettorale per la Regione. Tanto nel centrodestra quanto nel centrosinistra il quadro politico appare molto confuso, ci sono parecchie tensioni, spaccature. Quello che sembra ormai certo è che assisteremo a un match “De Luca contro tutti”. Lei come la vede?

La vedo male. Perché se De Luca  dovesse lottare contro tutti ha già perso. Mi auguro che nel centrosinistra si relizzi un’unione tra Pd e Cinque stelle insieme ad altre organizzazioni di sinistra, perché è molto importante non consegnare la regione Campania al centrodestra ma soprattutto bisogna superare un potere familiare che ormai supera i 25 anni. Non c’è stato nessun sitema politico personale che sia durato tanto a lungo. Credo sia venuta l’ora di mettersi alle spalle il sistema De Luca”.

Intanto la Lega di Matteo Salvini ha lanciato un’opa sulle regioni meridionali, arrivando a mettere in discussione anche l’accordo con Berlusconi pur di imporre il proprio candidato, forte dei sondaggi e del vento favorevole. C’è nello stesso tempo però un problema di selezione della classe dirigente leghista. Anche in Irpinia aveva reclutato persone poi risultate coinvolte in inchieste giudiziarie per scambio di voto politico mafioso.

La Lega anche al nord ha avuto rapporti con ambienti malavitosi e mafiosi. Quando è scesa al sud non ha fatto attenzione a produrre una classe dirigente nuova, si è affidata a quello che c’era, aprendosi al rischio di entrare in contatto con sistemi clientelari e affaristici. In questo modo la Lega dimostra che anche loro quando operano al sud lo fanno con gli stessi sistemi del sud.  La Lega non ha nulla che geneticamente o territorialmente la escluda dalla clientela e dall’affarismo”.  

Per superare De Luca il centrosinistra deve tirare fuori un nome che metta d’accordo tutti. Esiste questo profilo oggi in Campania?

Ci sono molti nomi in grado di rappresentare il centrosinistra. Sicuramente il meno adatto è proprio De Luca”.