Sfiducia al sindaco Festa, se l'indignazione non basta

Quante probabilità esistono perché questo episodio travolga Festa al punto da mandarlo a casa?

sfiducia al sindaco festa se l indignazione non basta

Le azioni di procura e Ministero potranno essere solo di tipo sanzionatorio. La vera partita si gioca in aula

Avellino.  

Un esposto in Procura e uno al Ministero dell’Interno per lo scioglimento del Consiglio comunale, una mozione di sfiducia e la richiesta di una seduta di consiglio monotematica. Tutti gli oppositori di Gianluca Festa si sono coalizzati, pare. I cori di sabato sera, l’umiliazione nazionale, le scuse che non sono arrivate e le dimissioni che non arriveranno mai (fatevene una ragione) hanno avuto il potere di compattare gli avversari. Dopo quasi un anno di “enjoy” ecco l’occasione da non perdere: si ha la possibiltà di mettere fine a una consiliatura segnata fin dall’inizio da uno scontro fratricida e surreale, che nessun commissario avrebbe mai potuto sanare. La guerra tra i due volti del Pd irpino finirà soltanto quando uno dei due sarà al tappeto.

Il sindaco ha scoperto il fianco, vittima di sé stesso, e dall’altra parte sono pronti a sferrare il colpo di grazia. Le condizioni sembrano favorevoli e le opposizioni non farebbero il proprio lavoro se ora non approfittassero di questo clamoroso scivolone per cavalcare l’indignazione generale e provare a centrare l’obiettivo. L’obiettivo è tornare al voto, ovviamente, magari a settembre per l’election day con le regionali.

Ora, onestamente, quante probabilità esistono perché davvero questo episodio travolga Gianluca Festa al punto da mandarlo a casa?

Se le indagini della Digos avviate dalla Questura sui fatti di Via De Conciliis porteranno a un risultato sarà quasi esclusivamente di tipo sanzionatorio. Per incidere sul serio sulla parabola amministrativa del sindaco bisognerà che intervenga il Ministero dell'Interno su eventuali violazioni di ordinanze nazionali e regionali (assembramento, vendita di alcolici, uso della mascherita etc). Ma anche in questo caso la vicenda si potrebbe concludere con ammende, richiami e tanto fumo. Resta la mozione di sfiducia.

La prima grande incognita riguarda il numero dei sottoscrittori, almeno i due quinti dei consiglieri, e poi i tempi per la presentazione e la discussione che si annunciano piuttosto lunghi, non prima di dieci giorni, ma si potrebbe arrivare anche a fine giugno. Sulle bacheche dei social tutti hanno preso le distanze dal "sindaco ultrà" anche quelli che per calcolo politico, al ballottaggio, hanno appoggiato Festa per far crollare il candidato ufficiale del Pd, Luca Cipriano.

Ma siamo sicuri che quando ci sarà da votare la sfiducia saranno ancora tutti indignati? L'indignazione è materia importante, roba che va maneggiata con cura. A volte è un sentimento indispensabile, serve a costruire consapevolezza. Ma di questi tempi ci si indigna per tutto, ogni giorno, per qualsiasi cosa, poi ci si indigna perché qualcuno non si è indignato abbastanza e così via fino a quando il circo virtuale e mediatico non esaurisce la propria forza centrifuga e passa ad altro su cui indignarsi.

Siamo proprio certi che l’umiliazione subita dalla città di Avellino a schermi unificati sia una molla sufficientemente forte da far ribaltare le poltrone di Piazza del Popolo? Ma “davvero” credete possibile fare il colpaccio? Qualcosa ci dice che anche stavolta il rischio di un epilogo scontato sia altissimo. Nessuna sorpresa. Alla fine si dirà che sarebbe da “irresponsabili” lasciare la città senza un’amministrazione in questo momento così drammatico per la ricostruzione post covid. Si dirà che bisogna andare avanti per il “bene comune”, che Festa in fondo non ha avuto il tempo di dimostrare quanto vale, che c'è un piano di rilancio etc etc. Si chiuderanno accordi per le regionali, si cederà qualcosa, si troveranno mille buoni motivi per andare avanti.

Qualcuno si aspetta che siano i magistrati, il ministero dell'Interno o anche il governatore De Luca a chiudere questo increscioso capitolo della storia cittadina, ma la vera partita si gioca, come sempre, in aula. Un'aula che raramente ci ha riservato grandi sorprese, se non in casi del tutto prevedibili come la sfiducia al sindaco Cinque Stelle Vincenzo Ciampi. Ma lui non aveva i numeri. Festa i numeri ce li ha.

A meno che... a meno che non arrivi dalla maggioranza un improvviso sussulto di orgoglio, un gesto di rottura autentico che sia naturale consueguenza di tanta indignazione sbandierata sui social. Certo, la storia amministrativa di questa piccola città di provincia ci ha abituati anche alle cose incredibili, soprattutto a quelle improbabili. Ma per i miracoli la strada è ancora lunga.