Ciampi: "Il Movimento così non combatte per la Campania"

Regionali. Il M5S corre da solo. L'amarezza dell'ex sindaco Ciampi: volevo progetto forte e nuovo

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Confidavo in un progetto di cambiamento reale, effettivo per la mia Regione. Ho apprezzato il passo di lato di una valorosa combattente come la Ciarambino che oggi torna come il nostro orgoglio di militanti. Volevamo un cambiamento da realizzare"

Avellino.  

Il Movimento Cinquestelle corre da solo per le regionali in Campania. Da un lato le 18 liste per sostenere il Presidente De Luca che punta al bis, forte del consenso coeso di uno schieramento largo, dall’altro i pentastellati che non si accordano con il pd, dopo che gli alleati di Governo a Roma ammettono che non ci sono più margini per un accordo con lo schieramento dei dem, come pure si era tentato prima dell’emergenza Coronavirus. «Ci abbiamo provato ad indicare la strada per un cambiamento condiviso, partecipato – si legge sul Blog dei 5 stelle -. Ci abbiamo provato, proponendo un nome per un percorso unitario, nel quale potessero convergere tutte le forze politiche - civiche e non solo - che hanno a cuore il futuro di quella comunità straordinaria che sono i cittadini campani”. Se non è accordo sarà sfida, almeno in questa fase di apertura della campagna elettorale. «Ha prevalso la logica del consenso. (…) In tanti fanno a gara per salire sul carro dell’imbonitore, del piazzista”.

La prossima settimana si procederà sulla piattaforma Rousseau per la scelta del candidato presidente e la capogruppo dei pentastellati a Palazzo Santa Lucia, Valeria Ciarambino ha numerosi competitor interni.

L’ex sindaco di Avellino Vincenzo Ciampi, già scelto come uno dei quattro candidati di collegio per il consiglio, è amaro nel commentare l’avvio della strategia del movimento e non nasconde la sua delusione per la mancata candidatura di Sergio Costa.

«Ho partecipato alle “regionarie” su Rousseau senza conoscere né lo scenario politico né il candidato Presidente - spiega Ciampi -. Ma confidavo dentro di me in Costa candidato. Non era e non è una questione di nomi, ovviamente. Bensì di progetto.

Confidavo in un progetto di cambiamento reale, effettivo per la mia Regione. Ho apprezzato il passo di lato di una valorosa combattente come la Ciarambino che oggi torna come il nostro orgoglio di militanti.
Volevamo un cambiamento da realizzare magari mediante un allargamento dell’orizzonte politico. Magari guardando realisticamente a ciò che è accaduto al Governo con Conte. Ma così non è stato.

Lo scenario che si profilava all’orizzonte si è dileguato subito. Per responsabilità di chi? Eppur siamo maggioranza relativa da un decennio in questo Paese, come si fanno le cose, le alleanze e le intese dovremmo saperlo. Il PD si è rianimato insieme a noi, perchè allora non chiedere al PD "romano" che la Campania si avviasse sul piede del cambiamento che abbiamo portato al Paese?
La Campania è in un certo senso la “patria del Movimento”, con Di Maio e Fico, con 60 parlamentari eletti nel marzo 2018, con vari Ministri, viceministri e sottosegretari.

Ebbene il Movimento “romano” non è stato in grado di dar luogo, in Campania, ad un progetto nuovo capace di segnare una discontinuità netta con il passato, con i Mastella, i De Mita, i Cirino Pomicino, i De Luca. Un Movimento, immagino per equilibri romani, che ha mollato la Campania a De Luca arrendendosi, senza combattere, al PD. Perchè condannarci ad altri cinque anni di fritture di pesce?
Delusione, amarezza e abbandono sono stati i sentimenti che mi hanno accompagnato nelle ultime settimane man mano che il progetto Costa svaniva. Siamo al Governo del Paese, siamo maggioranza relativa in Parlamento e la Campania doveva essere un obiettivo primario per il Movimento. Da attivista mi sono speso per portare il Movimento al Governo, ma adesso non percepisco un Movimento che si spende seriamente per prendere il Governo della mia regione.
Sono andato a fare il sindaco di Avellino contro tutti, forte di un consenso popolare all'improvviso espressosi liberamente. Ma noi non volevamo fare inciuci. E anche quelli che sono sembrati a livello nazionale inciuci erano invece intese per portare a termine i nostri progetti. Noi andiamo avanti senza inciuci locali per la nostra strada, la storia del movimento parla per noi”.