Ci vuole di più

Impietosa fotografia dell'improvvisazione politica che sta portando al disastro l'economia irpina

ci vuole di piu
Avellino.  

di Luigi Mainolfi

I partiti, i sindacati, le innumerevoli associazioni di categoria e molti operatori culturali della nostra provincia dimostrano di non conoscere l’importanza sociale ed economica di alcuni aspetti della vita, che se soddisfatti, contribuiscono allo sviluppo del territorio. Non penso di bestemmiare, se affermo che alcuni personaggi del passato, come Manlio Rossi-Doria e Guido Dorso, con le espressioni, sintesi di seri ragionamenti, hanno bloccato le già non troppo sviluppate menti dei “ripetitori” di frasi altrui.

L’elenco, di quelli che, trovandosi in difficoltà, distraevano l’uditorio utilizzando le frasi “ La polpa e l’osso” e “ Ci vogliono 100 uomini di acciaio”, senza spiegarle, è lungo . Ovviamente, c’è un bella differenza tra il significato dell’espressione di Rossi-Doria e quella di Dorso: la prima è sintesi di valutazioni economiche, la seconda è costatazione dell’inadeguatezza della borghesia del suo tempo. Purtroppo, la seconda Repubblica ha provocato un peggioramento, con la sostituzione di ripetitori di frasi altrui con fotografi di aspetti della vita sociale. Si è concretizzata la Legge di Gresham “la moneta cattiva scaccia quella buona”.

Taylorismo, fordismo, formalismo e modernismo, hanno aiutato il Capitalismo, di Stato e dei privati, a far diventare il mercato un Dio ispiratore della politica e gli Stati esecutori delle sue esigenze. Ciò ha fatto aumentare la “guerra” tra le zone, mettendo fuori gioco quelle che si attardavano sulla cultura della Magna Grecia e del clientelismo. Relativamente all’Italia, negli ultimi decenni, la distanza tra settentrione e meridione è aumentata. Per quanto riguarda l’Irpinia, la situazione è disastrosa, con il capoluogo che vede peggiorare tutti i parametri, in modo particolare il numero degli abitanti e il tasso di natalità ( per alcuni comuni è quasi zero), i giovani in fuga verso il Nord e la chiusura di molti Istituti scolastici. Il Pnrr sta confermando la nullità della politica provinciale.

La altre Province campane hanno avuto finanziati molti progetti. Il Sannio ha avuto finanziato progetti per 763 milioni, 3.000 euro per abitante. L’Irpinia è la prima in chiacchiere, in sigle presuntuose e in teste vuote. Anche la lettura delle varie pubblicazioni del Centro Dorso mi ha confermato che la bravura nel parlare e nello scrivere, non significa fare proposte. Spesso, mi capita di conoscere giovani, che, pur potendo svolgere una professione in Irpinia, preferiscono vivere al Nord o addirittura all’estero.

Giovani Irpini sono entusiasti della qualità della vita delle città che li ospitano. Questo fenomeno ha riportato alla mia mente un aspetto del mio agire da amministratore: valorizzare anche le risorse, culturali, artistiche. paesaggistiche e folcloristiche del territorio. Perciò, a differenza di chi chiedeva la delega ai lavori pubblici, io mi impegnavo nei settori più utili allo sviluppo del territorio, come istruzione, sport, turismo e arte, cercando di concretizzare il concetto caro a Rossi-Doria: “Valorizzare tutte le risorse “.

Non sono riuscito a convincere operatori politici e culturali che l’elemento più produttivo di un territorio è il suo fascino, che mentre alimenta l’attrazione di turisti, cosa utile al terzo settore, fa crescere il legame tra il territorio e i suoi abitanti. Purtroppo, la discesa della qualità della classe dirigente ha provocato l’essiccamento della qualità della vita sociale e, nei giovani, la volontà di andare a vivere altrove. Le iniziative di alcune brave persone e di alcuni Circoli, non essendo inquadrate in un piano strategico, sortiscono effetti, che non vanno oltre i confini del proprio rione e dei propri amici. Ci vuole di più.