Tesseramento Pd, Mele avverte: "Se continua così pronta a lasciare il partito"

La componente della Commisione di garanzia: "Senza regola gestione partito in mano a pochi"

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Avellino.  

"In quest’ultimo periodo spesso sono apparsi comunicati ed interviste legate alla questione del tesseramento del PD. In qualità di componente della commissione di garanzia mi rammarica dover sottolineare che la maggior parte delle informazioni ricevute sono veicolate proprio attraverso le varie testate giornalistiche e non dagli organi deputati ad effettuarle. Questo vale non solo per molti componenti del partito stesso, ma ancora di più per i tesserati ed i simpatizzanti"

Così in una nota Teresa Mele, Componente della commissione garanzia del Partito democratico di Avellino,  avvocato ed ex  assessore al Comune di Avellino, che invita a fare chiarezza sulla vicenda del tesseramento Pd, dopo che la segreteria nazionale del partito guidata da Elly Schlein, ha deciso di vietare il tesseremanto cartaceo in tutti i circoli dem della Campania. In particolare Mele sottolinea la necessità di trasparenza e correttezza e avverte: "Se la linea dovesse continuare ad essere questa di certo non ci si potrà meravigliare se chi come me, che fa parte di alcuni organismi del partito decidesse di andar via". 

Mele ricorda i due articoli dello statuto Pd che regolano la materia, ovvero l'articolo 3 e il 45 che definisce le commisioni territoriali di Garanzia e le loro funzioni. 

“Articolo 3 (Le commissioni territoriali di Garanzia): Le Commissioni di Garanzia istituite e articolate nei diversi livelli secondo quanto stabilito dagli Statuti delle Unioni regionali, vigilano e intervengono per assicurare la piena applicazione dello Statuto, l’esercizio dei diritti e dei doveri degli iscritti/e e degli elettori/ci, degli eletti/e nelle istituzioni iscritti/e al PD partito democratico. Esse altresì vigilano per la piena applicazione del diritto alla informazione e alla formazione, ristabilendone le condizioni entro trenta giorni dalla segnalazione della mancata applicazione del diritto.

Art. 45 Commissioni di garanzia: Le funzioni di garanzia relative alla corretta applicazione dello statuto e del codice etico nonchè ai rapporti interni al Partito Democratico e alla piattaforma digitale di cui all'art. 30, comma 7, comprese le iscrizioni on-line, sono svolte unicamente dalla Commissione nazionale di garanzia, dalle commissioni di garanzia delle unioni regionali e delle Unioni provinciali di Trento e Bolzano e dalle commissioni provinciali di garanzia, sulla base delle rispettive competenze territoriali e per materia. E' fatto obbligo costituire le Commissioni di garanzia nazionale, regionali e provinciali.”

"Da ciò si comprende chiaramente quali sono le competenze dell’organo di cui faccio parte e di cui si dovrebbe maggiormente tenere conto - scrive ancora Teresa Mele -  La caratteristica che da sempre aveva contraddistinto le forze politiche del centro e del Pd in particolare era la partecipazione, il confronto, il dialogo tutte cose che sembrano essersi abbissate nel PD. In più interviste avevo evidenziato il mancato rispetto delle regole del partito stesso, nonché il mancato rispetto di tutti gli iscritti e dei simpatizzanti del PD. Occorre rimarcare che questo modus operandi non fa altro che allontanare chiunque avesse una ben che minima intenzione di voler partecipare alla vita di partito.

La trasparenza e la linearità delle modalità di tesseramento avrebbero migliorato il funzionamento e l’adesione al PD. In assenza di certezza, anche delle stesse regole di funzionamento, non si tiene conto degli organismi all’interno, la gestione rischia di essere appannaggio dei soli vertici del partito, che vengono così rafforzati a discapito degli altri. Le regole democratiche e la trasparenza sono la base di una legalità senza la quale la politica perde il suo significato, ma soprattutto smarrisce la sua funzione costituzionale. Su questo non può esistere un punto di mediazione. Orbene, se la linea dovesse continuare ad essere questa di certo non ci si potrà meravigliare se chi come me, che fa parte di alcuni organismi del partito decidesse di andar via. Essere donne e uomini che aderiscono ad un partito solo sulla carta, ma che di fatto non possono svolgere il ruolo per il quale sono stati nominati credo non appartenga a molti. A me sicuramente no" conclude Teresa Mele.