Avellino, può un allenatore parlare di iter burocratici?

Tesseramenti, serve una nuova fideiussione per fare mercato: a spiegarlo non doveva essere Ignoffo

Avellino.  

Altro che “caso Alfageme”. L'Avellino è riuscito ad arrotolare un'altra matassa ancor più intricata rimanendoci puntualmente impigliato. Una vicenda semplicemente e francamente imbarazzante.

Di certo, imbarazzante è stato immolare il “povero” Giovanni Ignoffo davanti a microfoni e taccuini per spiegare il motivo della più che probabile indisponibilità, per la partita di domani, contro il Catania, del difensore Julián Illanes e dei centrocampisti Nermin Karic e Simone De Marco: inspiegabilmente annunciati ufficialmente, dato che, allo stato attuale, salvo svolte dell'ultim'ora, non sono tesserati e schierabili, a prescindere dal deposito, regolarmente avvenuto, dei contratti in Lega.

Una situazione grottesca, che sarebbe stato lecito attendersi fosse stata illustrata, nelle sue pieghe, da qualche componente del CdA dell'U.S. Avellino; da qualche dirigente; da chi si occupa dei tesseramenti o, meglio ancora, dal presidente Mauriello. Volutamente tenuto fuori dal novero dei possibili "relatori" l'ingegner De Cesare, di cui si continua ad attendere, ormai da mesi, una conferenza stampa pubblica, invocata a gran voce da gran parte della piazza, per fare chiarezza sul calcio e, non di meno sul basket. Già, sulla Scandone: per chi avesse dimenticato il mesto destino sportivo al quale non potrebbe, ma è stato già condannato il glorioso roster biancoverde. Ma nulla.

Onore, dunque, a Giovanni Ignoffo, che avrebbe dovuto e voluto parlare solo di calcio giocato, come è normale che ogni allenatore faccia prima di una partita; figuriamoci alla vigilia della suo esordio ufficiale, da tecnico, nel professionismo, ma si è, invece, ritrovato a usare termini come “terza giurisdizione” e “terza commissione”; a raccontare, come uno studente di Giurisprudenza, di iter burocratici per poter mandare in campo calciatori che ha allenato e ha schierato in amichevole, ma che sono “congelati” per un semplice quanto preoccupante motivo, e non solo per i tre casi specifici: il club biancoverde ha sforato il budget a disposizione, garantito dalla fideiussione, e deve stipularne un’altra affinché l’amministrazione giudiziaria dia il via libera agli ingaggi, operati e da operare.

Già questa mattina la società si sarebbe attivata per stipulare una nuova polizza attraverso l'utilizzo della liquidità garantita dagli abbonamenti, ma una domanda è lecita: oltre a consentire la disponibilità di Illanes, De Marco e Karic, sarà sufficiente per terminare il mercato? La rosa è incompleta, soprattutto in attacco, e l'interrogativo è più che lecito, oltre che angosciante.

La certezza, per il momento, è una: manca il visto di conformità per l’assenza di una nuova fideiussione e le procedure di tesseramento non sono state portate a termine con la Lega Pro.

Ecco, un punto di contatto con il vecchio “caso Alfageme” c'è: annuncio senza possibilità di giocare. E allora, errare è umano, soprattutto se alla fine si riesce a spuntarla, a far valere le proprie ragioni, ma perseverare, più che diabolico, è irritante e irrispettoso nei confronti di una piazza che sta dimostrando tutto il proprio attaccamento in maniera concreta, ai botteghini: 2580 abbonamenti; 2580 abbonati che meritano assunzioni di responsabilità, dialogo e delucidazioni.

Giovanni Ignoffo, che è stato ed è un professionista, oggi ha detto: “È giusto che voi sappiate”. Un concetto tanto semplice quanto potente per onestà, umana ed intellettuale. E, allora, che sia chi di dovere a far sapere, senza giri di parole o tergiversare, presentandosi in sala stampa non solo per passerelle fini a sé stesse. Perché anche la pazienza ha un limite e sarebbe opportuno non continuare ad agire senza pensare che possa essere superato, o per meglio dire superato di nuovo. E di nuovo. Ancora.