Pavarese: "Professori e soloni, giù le mani da Braglia"

L'ex diesse dei lupi: "Spero non siano critiche strumentali, la società non ascolti i consiglieri"

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Avellino.  

“Braglia è contestato da una parte della tifoseria? Dico a questi professori, a questi soloni, che cercano di parlare di pallone, perché il calcio è un'altra cosa, di rileggere il curriculum di Piero ed avere rispetto nei confronti di un professionista serio, che, soprattutto in Serie C, dato che è un allenatore di categoria superiore, rappresenta un autentico lusso. Lo dicono i fatti. Lo dicono le sue 900 panchine tra i professionisti. Lo dice la sua carriera. Lo dicono le promozioni. Ricordo che sono cinque, non una, di cui quattro in Serie B.”

Duro, durissimo, Gigi Pavarese. Come sempre, senza peli sulla lingua e poco avvezzo ai giri di parole per esprimere il proprio pensiero. A Ottopagine.it, l'ex direttore sportivo dei biancoverdi, che vive la città e ne percepisce gli umori, si è soffermato sul paradosso di un clima tutt'altro che sereno a fronte del terzo posto in classifica dei lupi: “Resto basito di fronte a tanti musi storti. L'Avellino può godere, finalmente, di un consolidamento societario. Può dormire sonni tranquilli perché ora ha alle spalle una proprietà molto forte. E, invece, ne sto sentendo di tutti i colori. Bisogna essere onesti nel prendere atto che è difficile poter pensare di poter già vincere il campionato, ma, più che per demeriti dell'Avellino, tenendo conto di squadre come Ternana e Bari, che stanno investendo già dalla stagioni o dalla scorsa stagione in maniera considerevole. Guardando in casa propria, l'Avellino è un'ottima squadra. Un gruppo costruito ex novo grazie all'abilità di Di Somma, ma, non di meno, proprio ai consigli di Braglia. Contano i risultati. Il bel gioco? L'unico che recentemente è riuscito a farlo vedere è riuscito Sarri col Napoli. Ma alla fine cosa ha vinto? Nulla.”

E, allora, dose rincarata per gli scettici: “Smettiamola, smettetela. Lasciate stare Braglia, lasciate stare l'Avellino. Una cosa, però, voglio augurarmela. Che queste polemiche non siano strumentali, veicolate da qualche consigliere addirittura in società. Alla società stessa ricordo che hanno avuto la bravura di scegliere ed hanno la fortuna di avere persone come Braglia e Di Somma. Si affidassero loro, lasciassero stare i “consiglioni”. Un incrocio pericoloso, lasciatemi passare il termine. Vogliamo parlare di qualità del gioco. La Ternana è l'unica a sviluppare il 4-2-3-1 come sistema di gioco. Ci riesce perché ha due calciatori in mediana, Palumbo e Proietti, che non ha nessuno. Di un livello imparagonabile ad altri interpreti in questo contesto. Il Bari, tatticamente e tecnicamente offre molto. Merito di Auteri, pure lui contestato, ma che, per intenderci, è alla pari di Braglia. Hanno vinto tanto e continueranno a farlo, in barba a chi li denigra.”

In molti hanno invocato un cambio azzardando un parallelo con l'Avellino formato 2004/2005, che avvicendò Cuccureddo con Oddo, pur con la squadra al secondo posto in classifica alle spalle del Rimini e davanti al Napoli: “La decisione che prendemmo su Cuccureddu, in sinergia con la proprietà, fu determinata da ben altri motivi. La squadra era calata fisicamente, Antonello non aveva più quel carisma nello spogliatoio e quella presa sulla squadra, ma se l'Avellino arrivò in Serie B fu grazie a Cuccureddu non meno di Oddo e del gran lavoro che fece subentrando.”