Avellino-Padova 0-1, Braglia: "Toppato il primo tempo, meritavamo la finale"

Il commento del tecnico biancoverde al termine della gara di ritorno della semifinale promozione

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Avellino.  

"Sempre si vuole vincere. Il problema è che a volte subentrano cose come la fatica, la lucidità, gli infortuni, le squalifiche. Poi sono mancati alcuni giocatori, ma abbiamo sopperito le assenze con il cuore. Abbiamo toppato il primo tempo, abbiamo cercato di rimettere le cose a posto, ma non è bastato". Ecco il commento di Piero Braglia, al termine di Avellino-Padova 0-1, ai microfoni di "Focus Serie C - 0825" sul canale 696 TV OttoChannel, intervistato da Marco Festa al Partenio-Lombardi: "Laezza s'è lussato. Errico non ha giocato un anno. Abbiamo avuto cambi obbligati. È venuto fuori qualche limite sui ricambi. Siamo andati oltre le possibilità. Bisogna fare i complimenti ai ragazzi, che ne hanno passate tremila. Loro hanno una grande fisicità. L'abbiamo sempre sofferti. Sul gol, la palla è rimasta lì. I colpi di testa di Dossena e Maniero non sono andati a buon fine. Siamo arrivati corti e quando devi pescare su chi prima non era in condizione di giocare si fa difficile. C'è solo da fare gli elogi a chi ha portato in alto questa maglia". 

Il match-winner è stato graziato nel match d'andata: "Della Latta andava espulso. Era ammonito, doveva uscire e restare a casa. Ha dato solo cinque minuti e non si è giocata mica per colpa nostra. È un peccato perché meritavamo di giocarci la finale. C'è un grande gruppo, ci sono dei ragazzi eccezionali. Ora starà alla società decidere sul futuro. È normale la pretesa della piazza".

Le difficoltà della stagione, l'applauso finale e il futuro: "Non abbiamo fatto il ritiro, abbiamo avuto due volte il covid nel gruppo. Questa è una squadra che può avere degli obiettivi alti, se integrata bene. Credo che la piazza meriti questo. È stato bello vedere l'applauso: anche il tifo ha persone mature. Se possiamo andare avanti insieme, bene. Io voglio fare almeno altri due anni e spero di fare ancora meglio”.

Sull'avversario: "Di Mandorlini preferisco non parlare. Lui a Padova non è mai venuto a salutare l'ospite. Io ho fatto lo stesso, ovviamente, oggi. La presunzione non paga. Chi è umile va avanti. Di Mandorlini non mi interesso. Parla di noi, del sud... Lui del nord non ha capito niente. Qua si aiutano, si stimano, si vogliono bene. Dal sud può ricevere solo lezioni”.