L@p: con il dissesto disattesi tutti gli impegni del sindaco

Questo pomeriggio striscioni di protesta in luoghi simbolo della città

Benevento.  

“Oggi è stato deliberato in Consiglio Comunale il dissesto finanziario. Dopo le festività natalizie, celebrate soltanto nel salotto buono della città, arriva la dichiarazione di dissesto del Comune di Benevento ad opera del sindaco Mario Clemente Mastella che finalmente ha trovato il giusto pretesto per disattendere, con il solito recitato vittimismo a cui siamo nostro malgrado abituati, agli impegni assunti in campagna elettorale: dal reddito minimo di cittadinanza garantito, alla riapertura del Malies e infine del centro di cottura comunale”.
Comincia così una nota del L@p asilo 31 che questo pomeriggio ha manifestato il suo dissenso in alcuni luoghi simbolo della città... dall'incompiuta di Piazza Orsini a Malies, affiggendo degli striscioni di protesta.

 

“Nei giorni precedenti alle festività – prosegue la nota -, il sindaco ha pensato bene di disattendere all’unico impegno fino ad ora mantenuto ovvero la rinuncia dello stipendio e il presunto risparmio di quasi cinquemila euro mensili per le casse comunali, risparmio sfumato a causa dell’assunzione di tre figure lavorative superflue perché atte a svolgere ruoli di segreteria di cui già un sindaco dispone normalmente.
Lo stesso sindaco si è giustificato affermando che ha utilizzato i soldi che spettavano al suo compenso come se si trattasse di un’opera pia. In politica bisogna guardare al risultato delle proprie azioni. Ergo nessun risparmio per le casse comunali, bensì il persistere di sprechi e spese inutili.

 

Spese inutili che fanno da contraltare alla dichiarazione di dissesto che, sempre a detta del “Sindaco Buono”, che dispensa carezze per i bambini: “non muterebbero di fatto la situazione per i cittadini di Benevento” i quali, come negli ultimi anni, continueranno ad essere subissati dalle tasse alle massime aliquote e martoriati dai tagli ai servizi sociali e al cittadino, insomma una consuetudine.
Mastella doveva essere la novità, la rivoluzione, il cambiamento rispetto alle precedenti amministrazioni e alla giunta Pepe e invece alla fine anche in materia di bilancio e politica economica le ricette da applicare saranno le stesse applicate dal 2008 in poi con l’aggravarsi della crisi economica.

 

Si perché tra Piano di rientro e dichiarazione di dissesto, in termini di risparmio e politiche di lacrime e sangue, non c’è alcuna differenza per i cittadini ai quali questo debito lo stanno facendo pagare amaramente. Il suddetto debito debito che ha radici lontanissime, dagli espropri degli anni 80 che stanno facendo pagare ai cittadini e non ai veri responsabili senza nemmeno risanarlo perché, nonostante i sacrifici della città a cui viene espropriata ricchezza sociale, il debito aumenta e non diminuisce.

 

La differenza tra debito e piano di rientro però sussiste nell’effettivo commissariamento da parte del Governo Centrale in materia di politica economica oltre alla possibilità per il buon sindaco Clemente Mastella di sbarazzarsi almeno per qualche annetto della sua opposizione politica, che sarà impegnata a difendersi dalla commissioni di indagini sul proprio operato, il tempo necessario per coronare il suo obiettivo ovvero il ritorno in Parlamento, proporzionale permettendo.
Il dissesto economico che verrà dichiarato è l’ennesima operazione politica per sostituire un ceto politico con un altro ceto politico, un conflitto orizzontale tra ceti politici le cui conseguenze saranno però ancora pagate dai semplici ed inconsapevoli cittadini.


Al cappio imposto dai poteri centrali e dai vertici europei delle politiche di austerity che erodono ricchezza agli enti di prossimità è necessario invece ribellarsi ponendo al centro della propria azione politica gli interessi della città e della sua comunità.
Abbiamo bisogno di un sindaco che non si pieghi alla logica del bere o affogare, ma che con coraggio apra una vertenza contro il governo centrale per chiedere invece maggiori fondi per le aree interne anteponendo alle logiche ragionieristiche dei revisori dei conti le necessità della città e dei suoi cittadini.
Le feste ed i festini non servono alla ripresa di una comunità che dal 2008 è in ginocchio.


La sovraesposizione mediatica del sindaco ''social'' che parla alla gente serve soltanto alla sua carriera politica non di certo alla risoluzione dei problemi seri della città. Oltre ai grandi proclami sulle questioni dirimenti per la vita della comunità, l’attuale amministrazione è come la montagna che partorisce il topolino. Il caso delle politiche abitative è esemplare: non solo per vendette politiche e scontri con lo Iacp è stato mandato alla malora un lavoro decennale di sindacati e movimenti per la costruzione di 30 alloggi popolari, ma alle dichiarazioni dell’assessore Maio al combattere il privilegio e l’abuso di chi occupa case popolari e comunali non avendone i requisiti è seguito il nulla più assoluto.

 

Se qualcuno crede di poter amministrare la città nei prossimi anni continuando a scaricare le responsabilità su altri senza assumersi le proprie oppure utilizzando il pretesto del dissesto per continuare ad essere inutili e superflui si sbaglia di grosso. Saremo la voce di chi non ha voce, continueremo a difendere da soli gli interessi della comunità e dei cittadini, saremo al fianco di chi immagina una città nuova ed è stanco del fumo negli occhi. Nella giornata di oggi pomeriggio sono stati sanzionati con degli striscioni i luoghi delle false promesse ossia il ''Mamozio'' in piazza Duomo e il Malies di via Gaetano Rummo, Palazzo PaoloV e i Servizi Sociali”.