Un pirata (vero) tra gli olivi del Sannio

Gedi, pirata somalo, oggi contribuisce a produrre l'olio del Consorzio Sale della Terra

Benevento.  

Se si potesse fare una lista delle cose che potrebbero accaderti in una giornata trascorsa nel Sannio neanche la più fervida delle immaginazioni inserirebbe la voce “Incontrare un pirata”. E invece può capitare. Ed è da precisare: per pirata in questo caso non si intende uno smanettone dei computer o un pirata della strada, ma un pirata vero, di quelli da “terrore dei mari”.


Può capitare di visitare il Consorzio Sale della Terra, altra eccellenza assoluta di quel motore di eccellenze che è la Caritas di Benevento di don Nicola De Blasio, essere accompagnato nei campi di olivi ripuliti da erbacce, sottratti all'abbandono e trovarti davanti un ragazzone di quasi due metri con gli occhi (entrambi, senza bende) furbi, svelti. Si chiama Gedi,  non ha la barba, il papappagallo sulla spalla e manco l'uncino alla mano, è somalo, e di professione, o meglio come ex professione, era pirata per l'appunto.


Era in mare quando attaccò, con altri pirati, una nave italiana che a suo dire stava prendendo pesce dal “suo mare”, ma fu arrestato e condannato ed oggi sta ancora scontando la pena. E' in carcere a Benevento, ma come misura alternativa alla pena si occupa dell'oliveto del consorzio, da lì arriva un olio che è una prelibatezza vera.

“Piano piano sto uscendo dal carcere dopo tanti anni, ma di sera torno in carcere. E' un percorso che mi sta aiutando: io mi metto a disposizione di chi mi sta aiutando. Credo in questo progetto, vedremo cosa accadrà quando sarò libero. ”.
Ma negli occhi di “un vecchio lupo di mare” la libertà è sempre e solo una, e si chiama mare: “No, non cambierei la campagna e col mare, mai. Mi manca tantissimo il mare, senza il mare la vita non esiste. La mia almeno”.
Se il profumo di mare è lontano, il profumo dell'olio di Gedi, e degli altri componenti del Consorzio Sale Della Terra, resta comunque delizioso: oltre all'olio e alle olive si potrebbe pensare a coltivare anche la canna da zucchero, potrebbe venirne fuori un buon rum, magari.