Comitato Abc: Diga sia fonte per tutelare nuove generazioni

Il Comitato acqua bene comune chiede chiarezza sui conti dell'Asea

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Benevento.  

Il Comitato Sannita Acqua Bene Comune chiede chiarezza sui conti dell'Asea e sullw sorti della Diga di Campolattaro. In una nota di Giovanni Seneca, infatti, il Comitato si rifà ad un articolo pubblicato da Ottopagine.it nel quale il neo presidente, Giovanni Mastrocinque, peraltro anche ex sindaco di Foglianise aveva elencato una serie di criticità riscontrate presso la partecipata della Provincia: l’Asea che gestisce la diga di Campolattaro.

Ed è per questo che Abc (Acqua bene comune) spiega: “Le dichiarazioni di Mastrocinque sono sorprendenti perché in netto contrasto con quelle rilasciate solo pochi giorni fa dal presidente della Provincia Di Maria che, nell’ultimo consiglio Provinciale, a dispetto di una situazione finanziaria molto diversa da quella descritta da Mastrocinque, aveva auspicato l’uscita di Asea dalla gestione dell’invaso a partire dal 2022”.

Ed è per questo motivo che Seneca per contro l'associazione che da sempre si batte per la gestione pubblica dell'acqua, chiede di sapere, anche nell'interesse della comunità “se nella gestione della diga si sta pensando di coinvolgere i soliti mercanti dell’acqua. È più che concreto, a nostro avviso, il timore che per l’invaso di Campolattaro possa accadere qualcosa di analogo alla vicenda del Cabib – il consorzio pubblico che gestiva l’acqua nei comuni della Valle Vitulanese -”, poi ceduta alla Gesesa “e di accollare ai cittadini di Foglianise e dei comuni limitrofi l’onere di pagare in bolletta i debiti della gestione del Consorzio.

L’invaso di Campolattaro deve essere l’occasione per garantire l’accesso all’acqua alle future generazioni, quando ce ne sarà assoluta necessità, e diventare anche una risorsa per le nostre attività agricole. Questo sarà possibile – rimarca Abc - solo se la gestione sarà effettuata nell’esclusivo interesse dei cittadini e se l’acqua sarà tenuta fuori dal mercato. Il progetto di potabilizzazione della diga deve essere condiviso con le popolazioni, i comitati e le associazioni, cosa che sino ad ora non è accaduta, perché nessuno è stato ascoltato. Neanche il WWF che gestisce nel territorio una importantissima oasi protetta... . Ci auguriamo che i facilitatori del progetto possano invertire presto la rotta ed iniziare un confronto costruttivo sulle scelte da fare per garantire la risorsa idrica alle future generazioni”.