Il deputato sannita di Forza Italia, Francesco Maria Rubano ha presentato un'interrogazione a risposta scritta al Ministro delle imprese e del made in Italy e al Ministro delle politiche agricole e della sovranità alimentare sulla vicenda della vendita del Consorzio Agrario di Benevento. Una vicenda che arriva da lontano e che negli anni è più volte finita al centro della cronaca politica e non solo.
Da qualche settimana poi la notizia della messa in vendita del Consorzio che per decenni, come in tutte le province d'Italia, ha rappresentato un vero punto di riferimento per gli agricoltori sanniti.
“Voglio rappresentante la mia vicinanza ai lavoratori e alle famiglie coinvolte direttamente e indirettamente dalla messa in vendita all’incanto del Consorzio Agrario Provinciale. Mi farò portatore delle istanze di monitoraggio e controllo della situazione, a garanzia di una storica azienda sannita e di tutti gli interessati alla vicenda. In tal senso ho depositato con urgenza una interrogazione parlamentare” ha dichiarato l’onorevole Francesco Maria Rubano.
Di qui l'interrogazione attraverso la quale Rubano spiega: Il Consorzio Agrario Provinciale (Cap) di Benevento dall’8 luglio scorso è stato posto in vendita a seguito della pubblicazione dell’avviso per l’esperimento di vendita mediante asta senza incanto, con il termine per la presentazione delle offerte fissato al 29 settembre prossimo; il Cap – rimarca Rubano nell'atto parlamentare - è stato fondato il 23 giugno 1901 ed iscritto al numero 1 del registro delle società della provincia di Benevento, nei suoi 122 anni di attività ha rappresentato e rappresenta tutt’ora un punto di riferimento costante oltre che un elemento trainante dell’attività agricola del territorio, esso è, infatti, presente in ben 14 comuni della provincia; l’economia del Sannio è fondata in maniera quasi esclusiva sul settore agricolo ed il Consorzio Agrario di Benevento da sempre è stato uno degli attori principali del mondo agricolo, in particolare per la viticoltura e per la cerealicoltura ma anche per la zootecnia e l’olivicoltura; la messa in vendita – entra poi nel merito della vicenda il parlamentare sannita - è l’epilogo di un pluriennale regime di commissariamento che sembrerebbe non aver consentito il risanamento dei conti, fermo restando la circostanza che il Cap continui ad ottenere, a quanto riportano notizie di stampa, un fatturato che si aggira intorno ai dieci milioni annui, per cui sarebbe auspicabile provare ad avviare ogni azione idonea a salvaguardare la presenza dell’Ente sul territorio e con essa i lavoratori, le famiglie, le aziende agricole, gli agricoltori che vivono in un contesto territoriale a vocazione agricola”.
Ed è per tutti questi motivi che Rubano rimarca “l'assoluta importanza scongiurare l’ipotesi che la vendita si traduca esclusivamente in un’operazione di natura finanziaria invece che in un piano di effettivo rilancio che sarebbe fondamentale per numerose imprese agricole che sono legate all’attività del Cap e che, diversamente, rimarrebbero fortemente danneggiate; quali iniziative intenda assumere il governo, per quanto di competenza, al fine di evitare che la cessione del Consorzio Agrario Provinciale possa danneggiare l’attività agricola del beneventano e se, alla luce dei tempi ristretti previsti dalla procedura di vendita, non intenda autorizzare la sospensione della stessa, come peraltro risulta espressamente previsto dal paragrafo 7.2 del disciplinare di vendita”.
